“Maicol a terra a pochi metri da me”: la testimonianza di uno dei giovani in campo

24 Giugno 2017

“Ho deciso di raccontare come sono andate le cose perché ho letto tante cavolate e non mi sembra giusto nei confronti di Maicol e della sua famiglia”. Inizia così l’intervista a uno dei giovani che nel pomeriggio di ieri, venerdì 23 giugno, era in campo con Maicol Castelnuovo mentre lui si è sentito male.

Non vuole apparire, è ancora provato dalla tragedia che gli ha portato via un collega di calcetto e un amico, chiede discrezione per se e per altri. Ma era lì a pochi metri da Maicol, ha visto tutto e, insieme ad altri, gli ha prestato i primi soccorsi “non dimenticherò mai ciò che è accaduto, del resto non capita tutti i giorni di veder morire una persona a un metro da te”. 

“Mentre stavamo battendo un calcio d’angolo – ci racconta – Maicol è caduto, sembrava scivolato e nessuno di noi ha capito cosa stava accadendo, tant’è che l’azione di gioco è continuata”. Maicol avrebbe provato anche a rialzarsi, senza riuscirci del tutto per riaccasciarsi lentamente a terra subito dopo.

Nessuna pallonata ricevuta al petto, “durante la partita iniziata da 10 minuti ha fatto due parate ma si è rialzato bene, senza problemi” così come non sarebbero veritiere le voci che girano e che dicono che Maicol avesse già dei problemi. "Di una cosa sono sicuro: prima della partita abbiamo riso e scherzato, stava bene, non aveva nessun problema”.

Descrive un grande senso di impotenza di tutti di fronte al malore dell’amico. “Non sapevamo che fare, né noi, né le forze dell’ordine: in tanti, in campo e fuori, abbiamo chiamato l’ambulanza, Maicol faceva fatica a respirare, era come incosciente ”. Ma non era in arresto cardiaco, sostiene il nostro testimone.

In campo è intervenuto anche il medico dell’organizzazione che aveva il defibrillatore, “ma non è stato mai usato perché lui non ha mai smesso di respirare finché era in campo e il medico che gli teneva il polso continuava a dire che batteva". Il medico avrebbe dato indicazioni di tenerlo fermo e di chiamare l’ambulanza.   

Soccorsi tempestivi? Il nostro testimone non ne è convinto: “in queste situazioni il tempo sembra eterno è vero, e saranno i giudici a stabilire queste cose”. Però aggiunge: “l’ambulanza che è arrivata in piazza non aveva le sirene e procedeva lenta, come se non avesse capito la gravità della situazione”.

Le ultime parole sono tutte per l'amico che ha perso la vita: "è assurdo, Maicol era un ragazzone di 1 metro e 90, aveva 24 anni, si allenava quattro volte a settimana, forse il più in forma di noi in quella partita, è incredibile che accadano cose così". 

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