Maltrattamenti ai familiari, 67enne condannato a 30 mesi
Era stato arrestato il 17 agosto dell’anno scorso, con le accuse di maltrattamenti contro i familiari e di violenza sessuale nei confronti della moglie e della figlia minorenne. Condotte con cui, secondo la Procura, un 67enne dell’alta valle aveva vessato i suoi congiunti dal 1998 al 2018, in un vortice di pugni, calci, schiaffi ed abusi dalla frequenza quasi quotidiana. Nel pomeriggio di oggi, mercoledì 13 febbraio, al termine del processo celebrato a porte chiuse, la tesi accusatoria è stata riconosciuta solo in parte: l’uomo è stato infatti condannato a due anni e sei mesi di carcere per aver maltrattato la consorte e la prole negli ultimi due anni.
Per le altre imputazioni, il collegio giudicante (presidente Eugenio Gramola, giudici a latere Maurizio D’Abrusco e Marco Tornatore) ha decretato sia il “non doversi procedere” per intervenuta prescrizione del reato (per le ipotesi di maltrattamenti fino al 2007 e per le presunte violenze sessuali sulla figlia), sia l’assoluzione perché “il fatto non sussiste” (per i supposti maltrattamenti dal 2008 al 2016 e per gli episodi di abusi contestati ai danni della moglie). I giudici hanno inoltre stabilito un risarcimento di diecimila euro per ognuna delle tre parti civili costituitesi nel procedimento, rappresentate dall’avvocato Federico Fornoni.
Le indagini, curate dai Carabinieri della Compagnia di Aosta e coordinate dal pm Carlo Introvigne (che all’udienza odierna, valutando le prescrizioni, aveva chiesto una condanna a 4 anni), erano state innescate da una segnalazione dei Servizi sociali. Al 67enne, che aveva potuto lasciare il carcere (con la concessione degli arresti domiciliari) nello scorso dicembre, non è stata revocata la misura cautelare. A difenderlo nel processo, in cui sono stati sentiti anche numerosi testimoni, le avvocatesse Valeria Fadda del foro di Aosta e Giuseppina Mauri di Torino, che oggi si dicono “complessivamente soddisfatte” dall’esito del giudizio.
“L’accusa – affermano i legali – era pesante, con reati gravissimi contestati su un arco temporale di trent’anni, sostenuta da tre persone offese. L’essere riusciti ad ottenere l’assoluzione per il reato di maltrattamenti dal 2008 al 2016, e soprattutto per il reato di violenza sessuale, è stato un ottimo risultato. Non possiamo però nascondere anche del rammarico per la sentenza odierna, che senz’altro appelleremo, perché riteniamo le persone offese inattendibili per quanto concerne anche i maltrattamenti negli ultimi due anni”.