Mancata stabilizzazione di un docente precario, la Regione condannata a risarcire

08 Luglio 2021

Una sentenza “particolarmente importante”, perché “apre prospettive interessanti per la soluzione dell’annoso problema del precariato scolastico in Valle d’Aosta”. Così, lo Snals-Confsal della Valle d’Aosta guarda alle motivazioni, recentemente pubblicate, del verdetto con cui il giudice del lavoro Luca Fadda ha condannato la Regione a liquidare ad un insegnante iscritto al sindacato 6.665 euro (più interessi e spese legali), quale risarcimento del danno patito per la mancata stabilizzazione dopo il terzo anno da supplente a tempo determinato, con ripetuti contratti a termine al 31 agosto su posto in organico di diritto.

La sentenza è dello scorso 24 giugno ed a patrocinare la causa era l’avvocato Sacha Bionaz del foro di Ivrea. Per il segretario del sindacato, Alessandro Celi, due sono le “indicazioni interessanti” che emergono dalle motivazioni. Anzitutto, il fatto che “i precari mantengono il diritto al risarcimento del danno anche se superano le prove di un concorso straordinario, qualora questo non determini l’automatica stabilizzazione del docente in ragione del servizio prestato e necessiti del superamento di prove di merito”.

Inoltre, continua Celi, il verdetto “respinge la motivazione adottata dalla Regione per giustificare la mancata stabilizzazione del personale. Per quest’ultima, infatti, l’indizione delle procedure concorsuali è riservata all’autorità statale”. Nella lettura della segreteria Snals-Confsal, “il giudice ha, al contrario, affermato che ‘l’asserita inerzia dello Stato potrà, al massimo, giustificare una azione di manleva da parte della Regione (sempre che ne sussistano i presupposti), ma non certo elidere la propria responsabilità nei confronti del docente’”.

In termini complessivi, conclude Alessandro Celi, “un singolo ricorrente è costato svariate migliaia di euro alla Regione”, ossia “ai contribuenti valdostani”, e se “siamo certamente contenti quando i diritti dei lavoratori sono riconosciuti”, “preferiremmo non dovere ricorrere al giudice per ottenere tale riconoscimento, bensì risolvere i tanti contenziosi sul precariato al tavolo della trattativa col datore di lavoro, luogo deputato all’azione sindacale”.

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