“Mi ha puntato un’arma”, ma la pistola non si trova: scarcerato 33enne

30 Agosto 2019

Era stato arrestato ed incarcerato venerdì 16 agosto, perché accusato di minacce e lesioni personali aggravate, ma i giudici della Sezione del Riesame del Tribunale del Riesame hanno accolto il ricorso del suo difensore. Da oggi, venerdì 30, il 33enne aostano Antonino Alamia è quindi libero e l’ordinanza del Gip che disponeva la carcerazione preventiva annullata.

La misura cautelare era stata richiesta dalla Procura, e disposta dal Tribunale, a seguito di un episodio verificatosi nella tarda serata dello scorso 21 luglio. Tra Alamia ed un suo conoscente 40enne era nata, nei pressi di un bar di via Monte Grivola, ad Aosta, una colluttazione. Si erano incontrati per un “chiarimento” su un presunto credito vantato dall’uomo poi arrestato (in prima battuta si erano scambiati diversi messaggi, per poi darsi appuntamento).

A detta della persona offesa, dopo averlo aggredito ed essere stato bloccato, Alamia gli aveva puntato una pistola alla tempia (senza ricordare se avesse, o meno, il “tappo rosso” di un giocattolo). Sull’inverosimiglianza di tale testimonianza, ritenuta credibile dagli inquirenti (anche sulla base di un successivo messaggio vocale inviato dall’indagato, del tenore: “chi ha più polvere spara”), ha puntato l’avvocato Davide Meloni nel ricorso al Riesame.

L’opposizione ai giudici torinesi era stata proposta dopo che il Gip Giuseppe Colazingari aveva confermato la custodia in carcere, rigettando una prima istanza difensiva, visto che “il comportamento dell’Alamia denota la sua propensione all’uso dell’intimidazione” e stante il persistere “in massimo grado” delle esigenze cautelari.

Il legale, anzitutto, ha posto l’accento sul fatto che l’arma non sia stata rinvenuta né dalle forze dell’ordine intervenute al locale, né nella perquisizione condotta al momento dell’arresto (durante la quale erano stati trovati circa 200 grammi tra hashish e marijuana). Inoltre, ha ricordato come la pistola non comparisse affatto nel racconto della compagna del 40enne, che lo aveva accompagnato all’incontro, assistendo alla zuffa (chiusasi con una prognosi di 2 giorni per la parte lesa).

Ad avviso dell’avvocato poi, quanto al pericolo di reiterazione del reato, i fatti andavano ridimensionati ad una “scazzottata” tra ragazzi per problemi di denaro, terminata in messaggi accesi ed a cui, per oltre un mese, non è seguito (e, stando al legale, non sarebbe accaduto) alcunché. Uno scenario tale da rendere sproporzionata la custodia cautelare in carcere.

Alamia ha quindi lasciato il carcere. Resta indagato per i reati nati dall’episodio, vale a dire spaccio di stupefacenti, minaccia, lesioni personali aggravate e violazione delle norme sul controllo delle armi. A queste si aggiunge la contestazione, mossagli in concorso con la compagna, di invasione di terreni od edifici, per aver occupato abusivamente, in luglio, un alloggio di proprietà del Comune di Aosta nel quartiere Cogne.

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