Migranti, va deserto il bando per i servizi di accoglienza
Deserto. Così come accaduto in altre regioni italiane, anche in Valle d’Aosta enti e cooperative che si occupano di migranti, hanno deciso di non partecipare alla gara indetta dalla Regione, per gestire per i prossimi 2 anni (rinnovabili di altri 2) i servizi di accoglienza. Parola quest’ultima, secondo molte realtà del settore, snaturata dai tagli previsti dal Decreto Salvini.
Il bando metteva a gara un massimo di 300 posti letto, con una base d’asta di 18 euro per migrante al giorno.
Lo schema di gara è stato predisposto a livello nazionale dal Ministro dell’Interno. Oltre ai 18 euro per migrante al giorno (prima erano 35) è previsto un kit di primo ingresso (vestiario) di 150 euro e una scheda telefonica di 5 euro, oltre ad un pocket money pro capite pro-die di 2,50 euro ed il rimborso delle prestazioni mediche a chiamata.
“Stiamo ragionando ora insieme al Ministero cosa fare – spiega il dirigente dei servizi di Prefettura, Vitaliano Vitali – Probabilmente ribandiremo la gara e nel frattempo cercheremo di capire come proseguire nella gestione dei servizi”.
Al momento sono 183 i migranti ospitati in Valle d’Aosta, in alcune strutture gestite da sette enti e cooperative.
“Noi abbiamo deciso di non partecipare, confrontandoci con altre cooperative, perché i 18 euro a bando non sono sufficienti per fare le cose richieste” spiega Silvia Squarzino, referente del consorzio Trait d’Union. Ma non è solo l’aspetto economico ad aver pesato nella decisione degli enti e delle cooperative. “Questa nuova impostazione dei bandi riflette un approccio di controllo che va a corrodere il lavoro sociale fatto. Basti pensare che il bando chiedeva la fornitura di badge per registrare il passaggio dell’utente nella struttura”.
Parole condivise anche da Riccardo Jacquemod della Cooperativa La Sorgente: “Abbiamo letto il bando con attenzione, eravamo estremamente preoccupati per gli utenti ancora in carico a noi. Le parti legati all’integrazione, su cui noi abbiamo tanto investito, non erano più previste. Dovevamo lavorare sull’ordine pubblico e non sul sociale. La scelta è stata, quindi, obbligata”.
Se la diminuzione degli arrivi negli ultimi tempi aveva già portato alcuni degli operatori a perdere il lavoro, questo ultimo bando darà il colpo finale. Al Consorzio Trait d’Union gli operatori, part-time, rimasti a lavorare nei servizi di accoglienza sono quattro, mentre a La Sorgente sono sei. “Gli operatori sono già in preavviso, abbiamo condiviso con loro il fatto di non accettare il lavoro a queste condizioni. – spiega ancora Jacquemod – Aspettiamo ora di capire cosa succederà, anche perché al momento abbiamo in carico nelle nostre strutture 40 persone”.