Morì in un cantiere ad Ayas, rito abbreviato per un architetto
E’ comparso oggi, mercoledì 13 febbraio, dinanzi al Gup del Tribunale di Aosta, Davide Paladino, l’imputato ancora in attesa di giudizio per l’incidente sul lavoro in cui, il 25 ottobre 2017, in un cantiere a Periasc di Ayas, perse la vita l’idraulico 44enne Piero Jaccod. L’architetto Alex Gaspard, 35 anni, ha chiesto ed ottenuto di essere giudicato, per l’accusa di omicidio colposo, con rito abbreviato. Il giudice, dopo aver ammesso la costituzione di parte civile dei parenti della vittima, ha fissato la prossima udienza per il 5 giugno.
Per quei fatti, Gaspard era già stato indagato, e comparso a giudizio, nel procedimento conclusosi nel luglio dell’anno scorso con la condanna dell’impresario Fabrizio Merlet ad otto mesi di carcere (pena sospesa). In quell’occasione, nel sentenziare contro l’altro imputato, il giudice monocratico Marco Tornatore aveva disposto, per il libero professionista difeso dall’avvocato Ivan Pasquettaz, la restituzione degli atti al pubblico ministero.
Dalla discussione in aula erano infatti emersi possibili profili di responsabilità in qualità di direttore dei lavori, mentre le contestazioni del capo d’imputazione erano relative esclusivamente al ruolo di progettista. Il pm Francesco Pizzato, operata la revisione degli addebiti, ha quindi depositato una nuova richiesta di rinvio a giudizio per Gaspard, dalla quale è scaturita l’udienza preliminare tenutasi nella mattinata di oggi a Palazzo di giustizia.
Nel pomeriggio dell’incidente, secondo la ricostruzione della Procura, la vittima dell’incidente stava posando delle tubazioni fognarie all’interno dello scavo effettuato da un dipendente dell’impresa di Merlet. Incontrando alcune difficoltà, Jaccod aveva chiesto all’escavatorista di raggiungerlo ed aiutarlo. Quando i due avevano terminato e stavano per uscire, la parete è crollata, travolgendo l’idraulico ed uccidendolo. L’altro lavoratore era riuscito a liberarsi, riportando alcune lesioni per cui non aveva sporto querela.
Nel processo già celebrato, a Gaspard il pm Pizzato aveva contestato “l’omessa predisposizione di un progetto completo”, la mancanza di “vigilanza sul cantiere” (“risulta fosse presente il giorno dell’incidente, ma si era allontanato prima”, aveva sottolineato il rappresentante dell’accusa) e l’“omissione di aver richiesto a Merlet di redigere un piano di sicurezza”. Accuse dribblate, all’epoca, dall’avvocato del professionista sottolineando che il suo assistito era “progettista, non lo si può chiamare in causa come direttore dei lavori”. Un tema difensivo che, tuttavia, non ha evitato l’apertura del nuovo procedimento.