‘Ndrangheta, iniziato ad Aosta il processo Geenna
Dopo l’arrivo degli imputati e degli avvocati, è iniziato puntuale attorno alle 9.30 di oggi, al Tribunale di Aosta il processo Geenna, su infiltrazioni di ‘ndrangheta in Valle d’Aosta. Il dibattimento si svolge a porte chiuse, nell’aula al terzo piano “trasformata” per renderla compatibile con le prescrizioni anti Covid-19, con i giornalisti a seguirlo in una saletta del Palazzo di giustizia in videoconferenza.
Il ristoratore Antonio Raso, il dipendente del Casinò Alessandro Giachino e il consigliere comunale di Aosta Nicola Prettico, in carcere dal “blitz” del 23 gennaio 2019 ed accusati di aver partecipato alla “locale” di ‘ndrangheta messa a fuoco dalle indagini, sono stati tradotti dalla Polizia penitenziaria dalle rispettive case circondariali e fatti entrare da un ingresso secondario.
Il consigliere regionale sospeso Marco Sorbara, ai domiciliari dalla scorsa estate, è arrivato a piedi, accompagnato dal fratello Cosimo. Nell’entrare a palazzo, giusto un cenno di saluto ai cronisti. Irriconoscibile, e passata quasi inosservata Monica Carcea, ex assessore al comune di Saint-Pierre, anche lei scarcerata l’anno scorso e posta in detenzione domiciliare, con i capelli tinti e raccolti in una coda. Entrambi debbono rispondere di concorso esterno nell’associazione criminale.
Dopo l’appello da parte del presidente del collegio Eugenio Gramola, il processo è partito con le questioni procedurali. Solo Raso ha acconsentito ad essere ripreso durante il dibattimento. Dagli altri imputati è giunto un “no”. Il pm Stefano Castellani ha depositato una serie di documenti, tra i quali numerose sentenze ed atti di procedimenti per mafia, e chiesto inoltre l’acquisizione delle relazioni delle Commissioni di accesso antimafia che hanno lavorato nei comuni di Aosta e Saint-Pierre (quest’ultimo, poi sciolto). Ora, i difensori stanno procedendo alle loro eccezioni procedurali.