Nomina di Rubbo a Direttore Usl, la Regione vince in secondo grado

09 Gennaio 2019

Sulla nomina di Igor Rubbo a Direttore generale dell’Azienda Usl della Valle d’Aosta, il Consiglio di Stato rovescia la sentenza del Tar.
I giudici amministrativi di secondo grado, accogliendo il ricorso presentato dall’Amministrazione regionale, hanno ricordato come l’allora ricorrente, il dottor Gianluca Peschi, non è presente nell’elenco nazionale dal quale la Regione dovrà attingere per nominare il nuovo direttore generale.

“Non essendo dubbio, neanche tra le parti, che la sentenza del Tar Valle d’Aosta non ha, come effetto immediato, la nomina del dottor Peschi a Direttore generale quanto, piuttosto, il rinnovamento della procedura – spiegano nella sentenza i giudici – ne consegue che ove anche questo Collegio confermasse l’annullamento degli atti disposto dal Tar Valle d’Aosta, alcun vantaggio ne potrebbe trarre perché alla rinnovata procedura di nomina del nuovo direttore generale – in sostituzione del dottor Igor Rubbo (la cui nomina era stata annullata) e del Commissario straordinario (nominato sino a conclusione del contenzioso in corso) – non potrebbe in alcun modo partecipare”.

La vicenda. La nomina di Rubbo da parte dell’allora Giunta guidata da Pierluigi Marquis fu annullata dal Tar nel febbraio 2018. A rivolgersi al Tar della Valle d’Aosta era stato il dottore Gianluca Peschi, originario di Erba (Como), che rientrava tra le diciannove persone individuate come adeguate a rivestire l’incarico.

Il ricorrente lamentava “l’illegittimità dei provvedimenti impugnati poiché il ruolo svolto nel procedimento di nomina” da Igor Rubbo sarebbe stato “incompatibile con la successiva nomina di questi”, giacché, nella sua allora veste di Coordinatore regionale del Dipartimento sanità, salute e politiche sociali, avrebbe presenziato a due “colloqui conoscitivi” tenutisi nell’aprile 2017 “dall’Assessore regionale alla sanità con candidati inclusi nell’elenco regionale degli idonei” ed altresì “posto delle domande ai concorrenti”.

Inoltre, secondo il ricorso, Rubbo, nello stesso mese dei colloqui, “sarebbe intervenuto alla riunione della commissione consiliare permanente” competente in fatto di Servizi sociali e sanità, presentando una relazione sui “futuri obiettivi del direttore generale dell’azienda sanitaria regionale” ed “esprimendo avviso contrario all’audizione dei candidati idonei alla nomina di direttore generale dell’Usl da parte della commissione consiliare”. Pertanto, per Peschi, “avrebbe quindi svolto un ruolo di consulente ausiliario per la scelta del nominando, incompatibile con la sua successiva nomina”.

La sentenza del Tar aveva portato al commissariamento dell’azienda Usl, ora guidata da Angelo Pescarmona

Igor Rubbo era invece tornato nell’Amministrazione regionale dove ora ricopre il ruolo di Coordinatore dell’Assessorato alla Sanità e politiche sociali.

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