Nomina Direttore generale Usl, Rubbo vince al Consiglio di Stato
Igor Rubbo, ora a capo del personale in Regione, all’indomani della sentenza del gennaio del 2019 del Consiglio di Stato, doveva essere reintegrato nell’incarico di Direttore generale dell’Azienda Usl, fino al termine del suo contratto triennale, ovvero fino al 14 giugno scorso.
Lo ha stabilito nella giornata odierna una nuova sentenza del Consiglio di Stato, che ha accolto, in parte, il ricorso presentato dallo stesso Igor Rubbo contro la Regione Valle d’Aosta.
Al momento il reintegro è di fatto impossibile essendo sulla carta il contratto terminato. Per cui l’Amministrazione regionale sarà ora chiamata a risarcire economicamente Rubbo per il danno subito. Un risarcimento importante e una spesa non da poco per le casse regionali stimabile a spanne in 250mila euro equivalenti alla “differenza tra il trattamento economico previsto per il direttore generale dell’Azienda USL Valle d’Aosta e quello effettivamente goduto dal dott. Rubbo come coordinatore della Direzione Personale e Organizzazione” si legge nella sentenza. A cui vanno aggiunti i contributi previdenziali.
Se poi, ma questa è una considerazione di chi scrive, si aggiunge che per lo stesso periodo e per lo stesso ruolo è stato pagato anche lo stipendio dell’attuale commissario straordinario Angelo Pescarmona, il conto per le casse pubbliche diventa ancora più salato.
La rimozione di Rubbo dai vertici dell’USL
La vicenda è senza dubbio complessa e ha radici lontane. Igor Rubbo viene nominato Direttore generale dell’Usl nel maggio 2017 dall’allora giunta regionale guidata da Pierluigi Marquis con Luigi Bertschy come Assessore alla Sanità. La nomina non piace a Gianluca Peschi, originario di Erba (Como), inserito nell’elenco delle diciannove persone individuate come adeguate a rivestire l’incarico, che promuove un ricorso al Tar.
Nel febbraio del 2018 il Tribunale amministrativo della Valle d’Aosta accoglie in parte il ricorso, annullando la nomina di Rubbo che viene prontamente rimosso dalla posizione al vertice dell’USL e sostituito da Pierluigi Nebiolo come direttore pro tempore e, in seguito al commissariamento dell’Usl, da Angelo Pescarmona.
Ma l’Amministrazione regionale, convinta allora del suo operato, non ci sta e ad aprile 2018 decide di ricorrere al Consiglio di Stato che accoglie la tesi della Regione e annulla la precedente sentenza del Tar.
La non esecuzione della sentenza del Consiglio di Stato da parte della Regione
Pur avendo vinto, la Giunta regionale però, guidata allora da Antonio Fosson, non da’ esecuzione pratica alla sentenza e non reintegra Rubbo nel suo ruolo ai vertici dell’USL. Dallo stesso Consiglio di Stato la scelta della Regione viene definita come una condotta contraddittoria “perché ha dapprima appellato la sentenza del TAR sostenendo la piena legittimità della nomina del dott. Rubbo e poi, dopo aver ottenuto una decisione ad essa favorevole, ha omesso di adottare le determinazioni conseguenziali, adducendo dubbi sulla legittimità del proprio operato (che aveva in precedenza difeso in sede giurisdizionale) senza però adottare alcuna determinazione né nell’uno, né nell’altro senso”.
Il non riconoscimento del danno curriculare
L’odierna sentenza del Consiglio di Stato non accoglie, invece, la domanda di risarcimento del danno curriculare che Rubbo avrebbe patito in conseguenza del mancato svolgimento delle funzioni di direttore generale “essendo sfornita di prova, anche alla luce dei rilievi svolti dalla Regione Valle d’Aosta nella memoria di replica dell’8 maggio 2020 in relazione al mancato possesso dei requisiti per l’ammissione all’elenco nazionale dei soggetti idonei a ricoprire l’incarico di direttori generali delle aziende sanitarie”.
La Regione ha 60 giorni dalla notifica della sentenza per dare esecuzione alla decisione del Consiglio di Stato e dovrà farsi carico delle spese legali di entrambe le parti.