Non dichiara 700mila euro ritenuti provento illecito, la Procura lo indaga per evasione fiscale

05 Giugno 2018

Per la Procura di Aosta sono soldi derivanti da attività illecite, ma la legge stabilisce che siano comunque soggetti a tasse e imposte. Il pm Luca Ceccanti non ha trovato dichiarazioni dei redditi presentate per il 2014-15 (anni cui vengono ricondotti quegli “introiti”) da Stefano Albeltaro, 52enne residente a Morgex, e ora gli contesta l’evasione fiscale.

Parliamo di circa 700mila euro, cifra emersa nell’ambito delle indagini che hanno coinvolto l’uomo a Novara, dov’era amministratore di condominio. La vicenda era scoppiata nel 2014, quando i primi palazzi della settantina seguiti da Albeltaro si erano visti piombare i contatori del gas perché le bollette non risultavano pagate.

Dallo sbigottimento dei condomini, che non dubitavano di nulla, nasce l’inchiesta dalla quale sono venuti a galla ammanchi nei conti correnti degli stabili. Albeltaro, in primo grado, è stato condannato a 4 anni di reclusione, per buona parte dei cinquantadue capi di imputazione di cui era accusato, in particolare l’appropriazione indebita e il furto di energia elettrica.

Nella requisitoria in quel processo, chiusosi nel febbraio 2016, il pubblico ministero aveva sottolineato che a “Novara non si era mai visto un saccheggio di questo tipo. L’imputato si è impadronito di migliaia di euro per fare la bella vita: aveva un tenore sproporzionato rispetto al suo guadagno. Ha lucrato sui condomini amministrati e non ha restituito un centesimo”.

All’indomani delle accuse, Albeltaro si era trasferito in Valle d’Aosta, a Morgex. La Procura del capoluogo regionale ora bussa alla sua porta, chiedendo conto di quei “proventi” sottratti al conteggio dell’Irpef. Non solo, sfruttando un istituto in vigore da non molto nelle disposizioni fiscali, il pm Ceccanti ha chiesto a suo carico (ed ottenuto) dal Gip del Tribunale un “sequestro preventivo per equivalente”.

Significa il blocco di fondi (o in alternativa, di beni) per la cifra contestata, così da “congelarla” in vista del processo (e di un’eventuale condanna), appunto circa 700mila euro. La misura è stata eseguita dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Novara. Nella disponibilità dell’uomo sono però stati trovati soltanto due stabili (uno in Valdigne e l’altro nella cittadina piemontese), per un valore complessivo di circa 300mila euro. Ora hanno i sigilli messi dai finanzieri.

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