Non solo bracconaggio: la Forestale indaga a 360 gradi sul lupo ucciso ad Introd

10 Gennaio 2017

Sono passate quasi ventiquattr'ore dal ritrovamento di un esemplare di lupo ucciso da un colpo d’arma da fuoco ad Introd, e la Forestale, impegnata nelle indagini per individuare il responsabile del primo episodio di questo tipo in Valle d’Aosta, non esclude alcuna pista. Il bracconaggio è una delle immagini che più rapidamente prendono forma nella mente riflettendo sull’episodio, ma – puntualizza il comandante del Corpo, Flavio Vertui – “le motivazioni per un gesto del genere possono essere molteplici”. Per questo, i suoi uomini “stanno esaminando la zona, per ottenere ogni informazione utile”.

La salma dell’animale è stata portata, nella mattinata di oggi, alla sede di Quart dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale. Nella struttura diretta da Riccardo Orusa, verrà sottoposta ad autopsia. Servirà a mettere nero su bianco le cause della morte. La lupa – una femmina di circa 28 chilogrammi che, ad un primo esame, appare di giovane età – è stata colpita al petto e il proiettile è fuoriuscito dalla schiena. Da altri esami, che verranno seguiti dal Corpo Forestale Valdostano e sono d’interesse della Procura, sono attese invece risposte sul tipo di arma che ha sparato, valutata al momento come un fucile.

La lupa uccisa è stata ritrovata nel pomeriggio di ieri, lunedì 9 gennaio, prima dell’imbrunire, sulla strada poderale che collega le località Tzamotze e Champ-Seun, lungo un tratto del canale irriguo “Ru de Ponton”. La sensazione degli inquirenti (sul posto sono intervenuti gli agenti della stazione di Villeneuve, che ora lavorano alle indagini) è che non fosse passato troppo tempo dall’abbattimento.

L’impressione è che si trattasse di un esemplare solitario, anche perché – aggiunge il comandante Vertui – “non abbiamo mai avuto segnalazioni di branchi in zona”. L’area in cui è avvenuto il ritrovamento non sembra rivestire un particolare significato dal punto di vista del comportamento dell’animale. Non è lontana dalle case, e quindi dalla presenza dell’uomo, ma è assolutamente prossima al bosco e alla vegetazione. “Anche nel caso dell’altro lupo rinvenuto morto, ad Antey, che era poi risultato essere stato ucciso da altri componenti del branco, – ricorda Flavio Vertui – non eravamo così distanti dalle abitazioni, ma si tratta comunque di zone di montagna”.

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