Oggi a Hône i funerali di Michael Vigna, il dj deceduto a seguito di una overdose
Il Comandante dei Carabinieri della Valle d'Aosta, tenente colonnello Guido Di Vita ha precisato “non avevamo dubbi sul motivo della morte del giovane dj” fin da subito le indagini hanno seguito questa pista perché già dal primo referto medico, stilato dal 118, si parlava di “overdose”. Il miscuglio di più droghe è dunque la causa della morte del giovane, causa che fin da subito genitori, parenti e amici hanno rigettato, increduli che “Micky” facesse uso di sostanze stupefacenti.
Gli inquirenti però hanno continuato a seguire il filone della droga e questa mattina hanno arrestato a Donnas Alberto Laurenzio, 18 anni compiuti lo scorso 14 gennaio, residente a Pont-Saint-Martin. Il pm Luca Ceccanti ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare questa mattina. Per lui l’accusa è di “spaccio di sostanze stupefacenti e morte come conseguenza non voluta di un altro reato”. I Carabinieri hanno affermato che è stato Laurenzio ad aver fornito lo “speed” a Michael. Alberto Laurenzio, difeso dall’avvocato Andrea Lazzari di Ivrea, frequenta il Liceo Scientifico “Binel” di Pont-Saint-Martin, la stessa istituzione scolastica di Michael. “Il giovane non ha detto nulla – ha raccontato il Comandante dei Carabinieri di Pont-Saint-Martin, Maurizio Pinardi – forse non si aspettava un arresto immediato”.
Le indagini degli agenti dell’Arma si sono subito concentrate sull’ultima giornata del noto dj valdostano e sugli amici che domenica lo avevano accompagnato a Sanremo. Nel complesso, fino ad oggi, gli interrogati sono stati dieci e cinque le perquisizioni effettuate, tra cui quella nell’abitazione di Laurenzio dove non è stato trovato nulla. Da quanto emerso dalla ricostruzione dei Carabinieri, domenica mattina quattro ragazzi, tra cui Michael, sono partiti da Aosta in macchina per recarsi a Sanremo. Ad Ivrea avrebbero poi caricato Laurenzio. Quattro di questi, tra cui Michael Vigna, hanno fatto uso di droga, sia all’andata del viaggio che al ritorno. La dinamica dei fatti e l’ingente quantitativo di droga consumato fanno supporre agli agenti che non si trattasse “della prima volta”.
Il Comandante Guido di Vita, nell’evidenziare la drammaticità del fatto, ha messo a fuoco anche il timore iniziale degli investigatori: “avevamo paura che in giro girassero sostanze stupefacenti velenose”. Un timore ora allontanato dal momento che ad uccidere Michael Vigna dovrebbe essere stato un cockail di droghe. La conferma defintiva avverrà con l’autopsia sul corpo del giovane prevista in giornata e dagli eventuali esami tossicologici effettuati a Pavia.