Operazione bisturi: i nomi degli indagati. 130mila euro l’ammontare del peculato
Oltre al direttore amministrativo dal Day Hospital, Alberto Morelli, ci sono anche otto medici: primari ospedalieri aostani Manuel Mancini (ortopedia), Alessandro Albani (anestesia e terapia intensiva), Michy Salval (chirurgia d’urgenza), Paolo Pierini (urologia) e i dirigenti medici Giorgio Basile(ortopedia), Antonio Antico (chirurgia vascolare), Paolo Millo e Riccardo Brachet Contul (chirurgia generale).
L’inchiesta, partita del gennaio del 2009, si è conclusa. Ora, gli indagati avranno tempo fino al 15 settembre prossimo per presentare memoria difensive e per farsi interrogare dal pm Luca Ceccanti. L’inchiesta, denominata ‘Operazione bisturi’, è stata fatta dagli uomini della Digos della Questura di Aosta e dai militari delle fiamme gialle valdostane.
Le ipotesi di reato riguardano la truffa aggravata, il peculato (per l’utilizzo di materiale chirurgico di proprieta’ dell’Usl in interventi privati), l’assenteismo, lo smaltimento illecito di rifiuti e l’evasione fiscale. In oltre, hanno trovato carenze strutturali.
Il cuore dell’inchiesta, che si è concentrata sugli ultimi cinque anni, ha in particolare riguardato l’attivita’ di ‘intra moenia allargata’ svolta irregolarmente da parte di medici e primari dell’Ospedale regionale di Aosta.
‘Abbiamo constatato che alcuni medici – ha spiegato Francesco Menchiari, dirigente della Digos – operavano privatamente nella struttura, senza emettere fatture, utilizzando illecitamente materiale chirurgico di proprietà dell’Azienda sanitaria locale e durante l’orario in cui avrebbero dovuto essere in servizio all’Ospedale regionale’.
L’ammontare del peculato è di 130 mila euro, di cui 70 mila solo nel 2007. Secondo quanto appurato, i medici operavano i pazienti privatamente utilizzando il materiale dell’Usl. Non solo in alcuni casi, i medici in orario di servizio all’ospedale, andavano a operare privatamente al Day Hospital. ‘All’interno della struttura – continua Menchiari – è stato difficile trovare delle posizioni
regolari. Le cartelle cliniche degli interventi pubblici non venivano trasmesse all’ospedale’.
Gravi carenze anche per quello che riguarda lo smaltimento dei rifiuti, considerati pericolosi. Infatti, la ditta privata del Day Hospital ne smaltiva pochissimi, alcuni sono stati trovati stipati sotto il sotto scala, altri venivano messi sul furgone che smaltiva quelli dell’Usl, in altri casi, sono stati trovati buttati nei rifiuti normali.
In corso di accertamento anche tutte le violazioni fiscali. ‘‘Non è facile provare quest’attività di evasione fiscale – ha riferito il maggiore della guardia di finanza, Massimiliano Zechender – se non incrociando pazientemente i documenti in nostro possesso’. All’esame dei finanzieri, in particolare, la documentazione clinica conservata nella struttura sanitaria privata che spesso non ha riscontri di tipo fiscale. In alcuni casi risultano emesse 2 fatture a fronte di una ventina di visite o di interventi effettuati. Dai riscontri stanno anche emergendo alcuni casi di doppia fatturazione per un unico intervento, il cui importo complessivo è comunque inferiore alla cifra pagata dal paziente’.