Operazione con chirurgo positivo al Covid, la Procura acquisisce documenti

05 Maggio 2020

Delegati dalla Procura della Repubblica, i Carabinieri del Nas sono stati nella mattinata di oggi, martedì 5 maggio, all’ospedale “Parini” di Aosta, per acquisire documentazione relativa all’intervento chirurgico svolto, negli ultimi giorni di aprile, da un’équipe in cui era presente un medico in quel momento in quarantena perché positivo al Covid-19.

I militari hanno prelevato la cartella clinica della paziente di quell’occasione e i registri operatori. L’ufficio diretto dal Procuratore capo Paolo Fortuna intende compiere accertamenti sulle ragioni per cui sia stato deciso di far svolgere l’intervento proprio da un chirurgo – il primario di chirurgia vascolare, Gianluca Iob – che risultava contagiato. Al momento, non vi sono ipotesi di reato. L’attività investigativa rientra nel fascicolo sull’emergenza sanitaria del nuovo Coronavirus, affidato al pm Francesco Pizzato.

Secondo quanto riferito ai media alcuni giorni dopo i fatti dal direttore sanitario dell’Usl, Pier Eugenio Nebiolo, erano state l’urgenza di effettuare l’operazione e la sua tipologia (la paziente, 60enne, presentava la dilatazione di un’arteria) a far propendere, di concerto con il coordinatore dell’emergenza sanitaria Luca Montagnani, per la scelta di far intervenire il medico in isolamento.

Il rappresentante dell’azienda aveva, inoltre, spiegato che i tamponi sul medico, svolti nei giorni precedenti, avevano dato esito “debolmente positivo”, vedendolo quindi in condizione di operare, e che era stata scelta una sala operatoria “a pressione negativa”, così da evitare il ricircolo esterno dell’aria e la diffusione di eventuali agenti patogeni e di batteri.

Sul piano chirurgico, l’intervento era stato positivo, eliminando il rischio di aneurisma sulla donna. La paziente era stata, a sua volta, sottoposta a tampone, risultando negativa al nuovo Coronavirus. Il dottor Iob, nei giorni successivi, era stato dichiarato guarito, a seguito del doppio test negativo a distanza di 24 ore. Circostanze che gli inquirenti vogliono tuttavia esaminare in modo dettagliato, valutando l’adeguatezza della soluzione praticata.

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