“Pendolari” del furto tra Valle e Piemonte: uno in manette, l’altro ricercato

24 Febbraio 2020

Nelle indagini, iniziate a fine 2019, gli agenti della Squadra Mobile hanno incrociato elementi e indizi sino ad arrivare a coloro che ritengono responsabili di (almeno) due furti in abitazione ai danni di anziani di Aosta, valsi un cospicuo bottino. Così, ottenuta dal Gip del Tribunale l’ordinanza di custodia cautelare richiesta dalla Procura, alla fine della scorsa settimana è scattato il blitz. Nel mirino della Polizia, due conviventi, italiani di etnia sinti residenti in una villa a Villafranca Piemonte (Torino). Lei, Giuseppina Argenta (55 anni) è finita in manette e si trova ora in carcere. Di lui, Adriano Decolombi (54), non c’era traccia ed è attualmente ricercato.

Anche la donna era pronta a prendere il largo: al momento dell’arresto le hanno trovato addosso 2.200 euro, non una cifra per faccende e spostamenti quotidiani. Il “modus operandi” della coppia è stato definito “particolare” dal Dirigente della Mobile, il commissario capo Eleonora Cognigni: “gli anziani diventavano delle fonti di reddito”. La coppia carpiva la fiducia delle vittime e, con diverse scuse (“fingendosi amici di vecchia data o chiedendo di poter espletare bisogni fisiologici”), trovava il modo di introdursi nelle loro abitazioni. Una volta dentro, vari stratagemmi gli permettevano di arraffare il bottino.

Non si parla di cifre esigue. Nei due casi su cui si è sviluppata l’indagine, tra contanti, oggetti in oro e buoni fruttiferi erano stati “prelevati” circa 70mila euro. La refurtiva è stata parzialmente ritrovata nelle perquisizioni effettuate nell’irruzione notturna. Sia Argenta, sia Decolombi hanno numerosi precedenti specifici. “È importante parlarne – aggiunge il Capo della Squadra Mobile – perché solo per il primo furto c’è stata denuncia. Al secondo si è risaliti con il ritrovamento di buoni fruttiferi per strada”. Siccome non sono esclusi altri casi, vista la modalità “pendolare” verso la Valle della coppia, “qualcun’altro che è stato raggirato potrebbe riconoscere” le due persone.

Un significativo contributo investigativo, fanno sapere gli inquirenti, è giunto dalle telecamere della videosorveglianza e dall’analisi delle celle della rete telefonica. I due sono stati immortalati compiere un sopralluogo nei dintorni delle abitazioni poi svaligiiate. In questi casi, ha sottolineato Cognigni, “c’è un senso di solitudine che porta magari ad aprire” ed è per questo che il reato di cui sono accusati, furto di abitazione aggravato, diventa “particolarmente subdolo”. Le indagini sono coordinate dal pm Francesco Pizzato.

Il dirigente della Squadra Mobile, Eleonora Cognigni.
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