Pescatori impotenti di fronte ai cormorani: 300 riproduttori di trote fario uccisi nei giorni scorsi

07 Gennaio 2011

Nulla hanno potuto le reti metalliche e quelle di nylon che un gruppo di pescatori volontari hanno sistemato l’estate scorsa sopra le vasche dello Stabilimento ittico di Morgex/La Salle. Neanche i cannoncini che dovrebbe allontanarli, spaventandoli sono stati efficaci. I tanti, “troppi”, cormorani (30/40) che in questo periodo hanno preso la residenza nella Valdigne sono stati più furbi dell’uomo e ora la preoccupazione  è per la prossima stagione della pesca ma soprattutto per quella degli anni successivi. Gli esemplari di trote fario riproduttori sono stati uccisi in quantità notevoli – circa trecento soggetti – con un danno economico stimato in qualche decina di migliaia di euro.

“Con la loro intelligenza animale – spiega Antonio Crea, Presidente del Consorzio Pesca i cormorani sono riusciti a fare delle picchiate e con il becco a distruggere alcune maglie delle reti, creandosi dei varchi”. Il pasto è stato assicurato. “I cormorani non si accontentano di mangiare le trote piccole o medie – continua Crea – ma attaccano anche i riproduttori che essendo pesci di grandi dimensioni non riescono a mangiare, uccidendoli o creando loro un forte stress che li porta poi alla morte”.

Per ogni riproduttore morto sono andate in fumo 700/1000 uove per chilo. “I  veri danni si vedranno da qui a fine anno ma soprattutto nel 2012. – spiega Crea –  Adesso stiamo cercando di correre ai ripari per ricostituire il parco ma le uova prese da altri stock non ci garantiscono la stessa qualità. Infatti i riproduttori stanno in allevamento 5/6 anni e vengono selezionati sotto l’aspetto fenotipico.”

Di fronte ai Cormorani, la cui presenza negli ultimi anni è cresciuta considerevolmente, nulla si può fare. L’Assessorato all’Agricoltura sta conducendo dei censimenti ma  “le norme a livello nazionale sono troppo rigide per pensare di risolvere il problema”. “Siamo impotenti – conclude Crea – l’unica cosa che si può fare è aspettare che l’inverno passi e che questi predatori tornino nei paesi del Nord”.

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