Polizia e Confindustria assieme contro gli attacchi informatici
Un protocollo finalizzato alla condivisione e all’analisi delle informazioni utili a prevenire e contrastare attacchi o danneggiamenti alle infrastrutture informatiche delle imprese. A firmarlo, nella mattinata di oggi, giovedì 14 novembre, in Questura, il dirigente del Compartimento Polizia postale e delle Comunicazioni per il Piemonte e la Valle d’Aosta, Fabiola Silvestri, e il presidente della Confindustria valdostana, Giancarlo Giachino.
Nello spiegare senso e valore del documento, che ha durata triennale, il dirigente Silvestri ha messo in luce il ruolo Centrale del Cnaipic (Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche) della Polizia, che “funge in questa circostanza da nostra ‘centrale operativa’”, raccogliendo “informazioni e date sulle insidie del momento storico”. Nel momento in cui “riceve ‘alert’” sulle minacce informatiche, il Centro “li gira al Compartimento, che poi li inoltra a Confindustria”.
Possono così scattare, sulla base dei dati a disposizione, “ragionamenti tipo ‘se prendo questo virus, che capacità di resilienza ho?’”, o altre condotte difensive, come “fare copie di backup”, oppure – più in generale – innalzare la consapevolezza dei dipendenti, attraverso un’adeguata formazione. In sostanza, il protocollo “serve ad agire tempestivamente e, nel reato informatico, la velocità può servire a cristallizzare la prova”.
Sui nuovi rischi informatici, che minacciano anche le piccole e medie imprese, si è soffermato Giuseppe Zuffanti, direttore tecnico principale del Compartimento della “Postale”, spiegando che nelle insidie più recenti, gli hacker arrivano – acquisendo informazioni liberamente disponibili e creando specifici profili e-mail – a simulare di essere interlocutori con cui l’azienda intrattiene rapporti professionali e provando a portare a termine contratti in essere.
“Alcune aziende hanno perso molto denaro”, ha aggiunto il tecnico, consigliando, specie per finalizzare le transazioni, di sfruttare canali alternativi e di accertarsi sempre di disporre informazioni aggiornate sulle coordinate (come l’Iban) dei propri fornitori. L’accordo è stato firmato in presenza del Questore di Aosta, Ivo Morelli, che ha ricordato come la logica preventiva “paga in maniera positiva”, salutando l’intesa come “esempio che il Dipartimento della Pubblica Sicurezza si muove sulla prevenzione delle attività illecite”.