Pompiod, Ulisse 2007 si oppone all’ammenda. “Discarica a norma”
Dopo la richiesta di archiviazione del Pubblico Ministero per l’ipotesi di inquinamento a carico del legale rappresentante della società ULISSE 2007, Umberto Cucchetti, e del direttore tecnico, Antonietta Dellisanti hanno presentato opposizione contro l’ammenda decisa dalla Procura di Aosta, in quanto “il decreto penale di condanna si basa su una normativa tecnica superata da 15 anni”.
“L’autorità giudiziaria ha ritenuto applicabile una normativa tecnica del 2005, – spiega una nota – che invece è stata sostituita dopo l’emissione dell’autorizzazione dell’impianto, e tutti i conferimenti accettati in discarica dal gestore a partire dall’avvio dell’impianto, nel 2018, sono conformi alla nuova normativa, il Decreto ministeriale del 27 settembre 2010 in materia di ammissibilità dei rifiuti in discarica. Pertanto non ha alcun fondamento l’ipotesi di una trasformazione da discarica per inerti a discarica per rifiuti speciali non pericolosi, tanto più considerando come il sito di Pompiod avesse stipulato una specifica convenzione per i conferitori privati provenienti dai Comuni di Aymavilles e Jovencan”.
L’azienda precisa inoltre come “è la stessa consulenza tecnica della Procura, depositata l’11 marzo 2020, ad aver accertato che non esiste alcun elemento di inquinamento ambientale nell’area, tenuto conto anche della conformità delle concentrazioni del percolato, tant’è che il magistrato ha richiesto l’archiviazione di tale originaria contestazione, che aveva condotto al sequestro del sito nel novembre 2019”.
Quanto ai rilievi sulla gestione dei conferimenti, “su un totale di 696 partite per 19 conferitori, il consulente del PM ha contestato, per 6 di essi, una composizione dei rifiuti difforme rispetto alle soglie tecniche del 2005, quindi non più in vigore”, mentre Ulisse 2007 “precisa di aver sempre operato in stretta conformità alle normative vigenti, come dimostra anche l’assenza di contestazioni rispetto alle procedure di omologa dei conferitori attuate e agli accertamenti preventivi svolti, come richiesto dalla Regione Valle d’Aosta e come comunicati anche ad Arpa e al Corpo Forestale sempre prima di ammettere i rifiuti in discarica”.
Infine l’azienda si dice rammaricato che “l’equivoco generato dal riferimento a norme tecniche non più applicabili o addirittura non direttamente attinenti all’attivita di gestione del sito (come per i parametri analitici prescritti unicamente per la graduazione delle tariffe di smaltimento e della relativa ecotassa), abbia fuorviato anche i cittadini e la stampa, creando un allarme del tutto ingiustificato nei confronti di un impianto che ha operato perfettamente in conformità alle regole di tutela del territorio e alle prescrizioni del proprio titolo autorizzativo”, ha concluso la società, confidando nella pronta soluzione della vicenda processuale.