Precipita in un crepaccio sul Rosa, ma il compagno riesce a salvarlo

07 Dicembre 2016

“Essere equipaggiati fa la differenza, sempre”. Adriano Favre, direttore del Soccorso Alpino Valdostano, lo dice nemmeno un’ora dopo che i suoi uomini hanno soccorso uno scialpinista svizzero, di 26 anni, caduto nel primo pomeriggio di oggi, mercoledì 7 dicembre, in un crepaccio profondo circa quindici metri, sul ghiacciaio di Verra, nel gruppo del Monte Rosa, a quota 3900 metri.

L’uomo è stato estratto dal compagno di ascensione, che era attrezzato di corde ed ha immediatamente dato l’allarme. Le guide arrivate a bordo di SA1 hanno già trovato la vittima dell’incidente fuori dal ghiaccio: la hanno quindi immobilizzata sulla barella spinale, come prevedono i protocolli nel caso di incidenti del genere, e trasportata al “Parini”, dov’è in fase diagnostica. Se la dovrebbe cavare con conseguenze relative, rispetto al potenziale pericolo dell’accaduto.

“Avere con sé il materiale, – aggiunge Favre – permette di intervenire efficacemente, limitando le conseguenze”. Quello di oggi è il primo incidente di rilievo per cui l’elicottero si è alzato, dall’inizio della stagione sciistica. Proprio perché i due scialpinisti non hanno lasciato nulla al caso, è una storia senza finale tragico e il Direttore del SAV ricorda altre “buone norme” per tutti coloro che sceglieranno la montagna nei prossimi giorni, che saranno di affluenza importante, visto il lungo “ponte” di Sant’Ambrogio.

“Portare sempre il telefono cellulare con sé, ben carico – dice ancora Adriano Favre – è ugualmente importante, specie se si considera che sono sempre più le zone ad alta quota adeguatamente coperte. Inoltre, anche se non è il caso di oggi, perché le condizioni erano ottimali, controllare i bollettini meteo e delle valanghe, prima di partire per un’uscita, è basilare”.

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