Raggiri al parroco di Montjovet, il 58enne arrestato avvia il risarcimento: è libero
E’ stato liberato al termine dell’udienza tenutasi nella mattinata di oggi, lunedì 9 luglio, Luigi Manzato, il 58enne residente a Casale Monferrato (Alessandria) finito agli arresti domiciliari nello scorso aprile con l’accusa di aver raggirato il parroco di Montjovet, ottenendo indebitamente del denaro da lui. L’uomo, tramite il suo legale, l’avvocato Andrea Gabba del foro di Vercelli, ha nel frattempo avviato un’azione risarcitoria, consegnando al sacerdote delle cambiali.
Al riguardo, l’anziano prelato ha manifestato la volontà di rimettere la querela presentata nei confronti di Manzato. Il giudice monocratico Marco Tornatore, stabilita la revoca della misura cautelare a carico dell’imputato, ha quindi rinviato l’udienza al prossimo 26 novembre. In quella occasione, verificato l’effettivo pagamento dei titoli di credito ricevuti, il sacerdote potrà valutare se effettivamente ritirare la denuncia, oppure se mantenerla.
Il 58enne, residente in Piemonte ma nato nel veneziano, è accusato dal pm Carlo Introvigne di sostituzione di persona, falsità in titoli di credito e truffa aggravata. Si tratta di reati tutti procedibili d’ufficio. Qualora venisse meno l’aggravante rappresentata dall’aver agito ai danni di un ministro del culto cattolico ultraottantenne, solo gli addebiti di truffa, nel caso di una eventuale remissione della querela, cadrebbero, ma non le altre imputazioni, per cui il processo è destinato a proseguire. Co-imputata, per alcune delle accuse, è Lidia Atteritano, 58enne di origini calabresi.
Delle indagini si erano occupati i Carabinieri della Compagnia di Châtillon/Saint-Vincent. Nella loro ricostruzione, Manzato nel settembre 2017 si era rivolto al parroco due volte, per convincerlo a far del bene nei confronti di persone bisognose, che in realtà non erano altri, per i militari, che lui stesso. In entrambi i casi aveva contattato preventivamente il sacerdote, spacciandosi per un medico dell’ambulatorio di Verrès e per l’addetto di un’associazione benefica, segnalando l’imminente arrivo in parrocchia di individui in cerca di aiuto.
A far visita al parroco sarebbero stati, la prima volta, Manzato in persona, sostenendo di essere ammalato e di doversi sottoporre a terapie particolari e costose e, la seconda, una donna chiamata ad affrontare un costoso intervento chirurgico in Svizzera. A costoro, il parroco ha consegnato due assegni, uno da 600 e l’altro da 700 euro. L’imputato, nel presentarli all’incasso, li avrebbe anche falsificati, aggiungendo delle cifre accanto a quelle scritte dal sacerdote e trasformandoli, rispettivamente, in titoli da 1.600 e 2.700 euro.