Rimborsopoli: per la Corte dei Conti indagini per “ripristinare la legalità”

24 Febbraio 2017

Il filone contabile dell’inchiesta sui finanziamenti ai gruppi del Consiglio regionale si è affacciato a più riprese alla cerimonia inaugurale dell’anno giudiziario della Corte dei Conti della Valle d’Aosta, tenutasi stamane nell’aula magna dell’Università. 

Il procuratore Roberto Rizzi – parlando dei 23 soggetti convenuti in giudizio nel 2016 (per una contestazione di danno erariale complessivamente ammontante ad oltre 2 milioni e 626mila euro, di cui 1 milione 736mila relativi appunto ai “costi della politica”) – l’ha definita “la porzione più significativa dell’attività della Procura”, sottolineando come “per la prima volta, viene contestata la modalità di gestione della importante provvista finanziaria che il Consiglio regionale eroga ai Gruppi costituiti al suo interno”. 

Secondo Rizzi, gli approfondimenti condotti hanno evidenziato, “pur con significative differenze tra i Gruppi per ciò che attiene alla conservazione interna della documentazione di riscontro delle spese, una trasversale convinzione di insensibilità dei Gruppi agli ordinari obblighi di rendicontazione previsti da norme degli anni venti del secolo scorso”. 

Soprattutto, ha continuato il Procuratore, si è dimostrato “laddove la documentazione di spesa è stata reperita, anche qui con doverosi distinguo fra le diverse entità associative, il radicato convincimento che, per poter impiegare il contributo finanziario pubblico, fosse sufficiente, in luogo di una qualificata e robusta inerenza della spesa con le funzioni politico-istituzionali del Gruppo, un debolissimo legame, spesso collocabile in prossimità dei confini dell’umana percettibilità”.

Rizzi ha poi tenuto a precisare che le azioni della Procura su tale versante “non hanno certamente lo scopo di moralizzare un segmento dell’agire pubblico e, ancor più realisticamente, non rappresentano iniziative risolutive”. Si tratta di, “com’è scontato che sia, di tentativi di ripristinare la legalità”, ponendo nella debita rilevanza “quei valori di sobrietà, ragionevolezza, moderazione, buon senso gestionale, che debbono costituire imprescindibili regole di comportamento, soprattutto per coloro che hanno l’onore di ricoprire, per mandato elettorale, un prestigioso ufficio pubblico”.

Il Procuratore ha infine ricordato come, nel 2016, in esecuzione di sentenze di condanne di primo e secondo grado, sono stati riscossi quasi 661mila euro, ponendo l’accento su come “le condotte gestorie non virtuose determinano la dissipazione di ingenti disponibilità finanziarie erariali, con devastanti ripercussioni sul contesto organizzativo delle amministrazioni danneggiate, con rilevanti riflessi sulla erogazione dei servizi ai cittadini”. Insomma, il malaffare amministrativo compromette “l’auspicato benessere che, a fronte di un gravoso peso fiscale, ciascuno, giustamente, ritiene di dover fruire”.

Sullo stesso tema è intervenuto anche il presidente della Sezione giurisdizionale della Corte, Paolo Cominelli, che ha ricordato come, relativamente alle citazioni in giudizio di sei capigruppo, due sentenze siano già state emesse, altre due sono attese e le ultime due udienze si sono tenute ad inizio 2017, concludendosi proprio questa settimana. Più in generale, nel 2016, la Sezione ha celebrato undici giudizi in materia di responsabilità per danno erariale, contro gli otto dell’anno prima.

La cerimonia si è conclusa con l’intervento della Sezione di controllo della Corte in Valle d’Aosta Nicola Benedizione, che ha ricordato i principali dati sull’attività. E’ inoltre stato annunciato come, relativamente alla Sezione giurisdizionale, a breve verrà nominato un nuovo Presidente, visto il raggiungimento dei limiti di età da parte di Ermete Bogeti, magistrato che l’ha presieduta per parte dello scorso anno.

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