Campi Flegrei, in caso di calamità il piano di evacuazione prevede l’arrivo di sfollati anche in Valle
Il piano di evacuazione dei Campi Flegrei “rimane nel cassetto, ma se dovesse rendersi necessario dovrà essere subito utilizzato e attuato”. Nel piano di emergenza, a cui faceva riferimento ieri in una conferenza stampa il Ministro per la Protezione civile e le Politiche del Mare, Nello Musumeci, è coinvolta anche la Valle d’Aosta.
La nostra regione in caso di evacuazione preventiva della popolazione della zona rossa, accoglierebbe circa 2000 persone: gli abitanti di Nola e parte degli abitanti del quartiere del Vomero a Napoli.
Nel frattempo, come riferito sempre ieri da Musumeci, è allo studio del Governo la possibilità di sostenere con degli aiuti chi vuole trasferirsi altrove.
Rischio vulcanico dei Campi Flegrei, eventuali evacuati anche in Valle
12 dicembre 2023 di Christian Diémoz
Nella tragica ipotesi di un’eruzione del Vesuvio, o del “risveglio” eruttivo della caldera dei Campi Flegrei, che facesse piombare nell’emergenza l’area, richiedendo un’evacuazione preventiva della popolazione della zona individuata come “rossa”, gli abitanti di due località verrebbero accolti in Valle d’Aosta. Si tratta dei residenti del comune di Nola e di parte degli abitanti del quartiere del Vomero, a Napoli. Lo si apprende da due delibere adottate dalla Giunta regionale questa settimana, in vista della sottoscrizione di specifici protocolli d’intesa tra le amministrazioni interessate.
In realtà, a monte dell’intera procedura vi è un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 2016, che ha aggiornato la pianificazione di emergenza sul fenomeno, tornato d’attualità la scorsa estate, con la ripresa dell’attività bradisismica nella zona. Quell’atto dispone che “ai fini di garantire l’assistenza alla popolazione dell’area flegrea cautelativamente evacuata, ciascun comune della zona rossa è gemellato con una Regione o Provincia autonoma” e che “tali gemellaggi sono resi operativi con specifici protocolli d’intesa”.
I due provvedimenti della Giunta presieduta da Renzo Testolin nascono quindi per dare attuazione a quest’ultima previsione. Con essi si approvano infatti i testi degli accordi, oggetto di definizione in sede di Conferenza unificata sul fenomeno. “Si tratta del primissimo passo della procedura – spiega Valerio Segor, Capo della Protezione civile regionale – cui seguirà la firma dei protocolli con la Regione Campania, la Municipalità 5 di Napoli e il Comune di Nola”.
Le delibere adottate specificano anche il numero di persone da evacuare verso la Valle. Si tratta di 1020 residenti di Nola (dal rischio vulcanico legato al Vesuvio, con la relativa zona rossa poi attualizzata rispetto all’area interessata dalla caldara flegrea) e circa 8/900 abitanti al Vomero (la restante parte sarebbe destinata in Piemonte). Trattandosi di una previsione, sottolineano alla Protezione Civile, è stata effettuata considerando l’ipotesi più grave, quella di un’evacuazione totale delle aree a rischio vulcanico, ma potrebbero verificarsi anche scenari meno impattanti, così come potrebbe non esserci bisogno di intervenire.
Gli accordi definiscono, inoltre, i compiti delle parti. Regione Campania e Comuni dovranno occuparsi dell’ammassamento degli evacuati nei punti di raccolta. Il trasporto verso la Valle sarà curato dal Dipartimento nazionale della Protezione Civile e l’accoglienza (che, visto il trasferimento in treno, è previsto a Torino) e la presa in carico spetteranno alla Regione Valle d’Aosta.
Non solo, perché quest’ultima dovrà provvedere altresì “alla predisposizione di uno specifico schema di distribuzione” della popolazione proveniente dalla zona rossa “nel territorio regionale di accoglienza, teso a mantenere unite le comunità esistenti nel comune di partenza”. Al riguardo, è stabilito inoltre che vengano stipulati accordi tra le associazioni di volontariato delle amministrazioni di partenza e della nostra regione.
I due accordi prevedono pure una fase preventiva di costante condivisione delle informazioni, riguardo i dati anagrafici, sanitari e di attività scolastica delle popolazioni eventualmente oggetto di evacuazione, per l’aggiornamento, in Valle, delle relative procedure e pianificazione. Per “garantire il corretto e costante svolgimento delle attività previste” nei protocolli, è stabilita la costituzione di due gruppi di lavoro, con funzioni di monitoraggio, composti da un referente designato da ciascuna delle amministrazioni firmatarie.
Ciò che non è scritto nel protocollo, ma diventa logicamente intuibile, è che – qualora necessaria – si tratterebbe di un’accoglienza di medio/lungo periodo, viste caratteristiche e conseguenze di un’eruzione. Si tratta dell’aspetto maggiormente sensibile di attività del genere. A cambiare rispetto ad altre situazioni, fanno notare in Regione, è che il fenomeno vulcanico flegreo è estremamente monitorato, permettendo di cogliere segnali della sua eventuale evoluzione negativa, che consentirebbero una preparazione di tutte le attività conseguenti e di non essere confrontati alla contingenza emergenziale nell’immediato.