Ruba soldi in un alloggio e in un negozio: 2 anni e 4 mesi di carcere
Nuova condanna per il 52enne aostano già autore, nel primo giorno della Fiera di Sant’Orso 2018, del furto di dieci monete bizantine al Museo Archeologico Regionale di piazza Roncas. Nella mattinata di oggi, venerdì 12 luglio, l’uomo è stato giudicato per due episodi risalenti al luglio dello scorso anno, in cui era accusato di aver rubato poco meno di cinquecento euro. Al termine del processo, il giudice monocratico Marco Tornatore gli ha inflitto 2 anni e 4 mesi di reclusione.
Dalle indagini svolte dalla Sezione reati contro il patrimonio della Squadra Mobile della Questura, era emerso come l’uomo si fosse introdotto in un’abitazione in via Malherbes, ad Aosta, dove aveva sottratto 150 euro contenuti in una borsa appoggiata sulla cassapanca della cucina. Significative, per identificarlo, in questo caso, si erano rivelate le immagini della videosorveglianza dell’amministrazione comunale.
Successivamente era entrato nuovamente in azione, poco distante: in un’erboristeria in via Torre del Lebbroso. In quel caso, approfittando di un momento di assenza della titolare (elemento valsogli l’aggravante di aver commesso il fatto con destrezza), era riuscito ad impossessarsi di 330 euro.
L’accusa era rappresentata in aula dal pm Sara Pezzetto, mentre a difendere l’imputato era l’avvocato Eleonora Bono. La condanna odierna si aggiunge, limitandosi agli ultimi mesi, ad un patteggiamento di quattro mesi della fine dello scorso aprile (furto aggravato da effrazione in una lavanderia self-service, sempre nel capoluogo regionale) e alla pena di un anno e quattro mesi del maggio 2018 (per la sottrazione delle monete dalla teca del museo).
Proprio nell’ambito di quest’ultimo procedimento, l’avvocato Davide Meloni, che lo difendeva, aveva messo l’accento sullo stato di ludopatia “certificato dal perito”, a seguito di una consulenza tecnica d’ufficio affidata ad uno psichiatra, di cui l’imputato soffrirebbe “almeno dal 2010, secondo il Sert”. A distanza di nove anni, tuttavia, gli episodi di cui l’uomo è al centro non sembrano diminuire.