Sequestrano un 24enne dopo averlo inseguito anche con un drone, 4 arrestati
Una spedizione, con frangenti in stile “Grand Theft Auto”, orchestrata ed attuata per ottenere del denaro da un 24enne, sostenendo di vantare un credito nei suoi confronti. E’ quanto contestato dalla Procura della Repubblica a quattro giovani, tra i 18 e i 24 anni, arrestati ieri, giovedì 7 novembre, dai Carabinieri della Compagnia di Saint-Vincent/Châtillon con le accuse, a vario titolo, di sequestro di persona, lesioni personali aggravate e minaccia grave.
In cella, nel carcere di Brissogne, si trovano Mario Luca Horotan (24enne di Ivrea), Loris Alasia (19enne di Azeglio), Liviu Stefan Gladea (18enne di Ivrea) e Andrei Filippo Muscaliu (20enne di Ivrea). Sono in attesa dell’udienza di convalida dinanzi al Gip del Tribunale. Tutti e quattro risultano noti alle forze dell’ordine.
Stando a quanto ricostruito sinora dagli inquirenti, nella giornata di ieri i quattro raggiungono, a bordo di una Mercedes AMG (risultata poi essere in leasing), un bar di Champoluc (Ayas), dove la vittima – un canavesano, incensurato ed impiegato nel locale per la stagione alle porte – serve ai tavoli. Si accomodano e ordinano da bere, ricevendo nel giro di poco le consumazioni.
E’ nel momento in cui il barista è vicino al tavolo che iniziano a sostenere di essere lì per riscuotere un debito. Una somma, dicono, non lontana dai 2mila euro. Il ragazzo torna al bancone e poi approfitta di un momento di pausa, in cui rientra il titolare. Fugge dal deposito sul retro del locale. Due dei quattro avventori, però, quando lo notano allontanarsi, escono a fumare una sigaretta.
Lo vedono scappare nella boscaglia retrostante ed avvisano gli altri due, che si lanciano all’inseguimento, oltre a riuscire a far alzare in volo un drone (poi sequestrato, assieme alle immagini realizzate), con cui seguono il malcapitato dall’alto. Quando viene raggiunto, il 24enne viene buttato a terra e colpito a calci, anche sulla nuca e al costato, appurano i militari. Riporterà una prognosi di 20 giorni.
La ricostruzione inquirente continua con il fatto che lo costringono quindi a salire in auto, sul sedile posteriore, tra due arrestati, che lo colpiscono ancora, a favore della camera del telefonino del passeggero, che immortala anche questa scena. Il ragazzo, fiaccato dalle botte ma nonostante tutto lucido, indica di chiamare un’altra persona, che potrà portare i soldi per saldare la somma richiesta.
La videochiamata avviene tramite un social network. Il 24enne prelevato fornisce le coordinate e, quando il collegamento finisce, viene minacciato da uno dei quattro che – qualora il contatto si fosse rivolto alle forze dell’ordine – lo avrebbero ucciso e sparato anche alla madre. L’amico ha comunque la prontezza di rivolgersi ai Carabinieri: una pattuglia del Nucleo Radiomobile ferma la Mercedes a Verrès, ad una rotonda del paese.
Tutti vengono portati in caserma a Châtillon. Sul posto arriva anche il pm in turno, Manlio D’Ambrosi, per sentire la vittima, che rende il suo racconto dei fatti e smentisce l’esistenza del debito al centro della vicenda. Avuto evidenza delle ipotesi di reato, per i quattro scatta l’arresto, con la traduzione in carcere. Il sequestro di persona è contestato con le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi.
Da chiarire, ancora, il rapporto tra il giovane preso di mira e gli arrestati, anche se sembra che con due di loro ci fosse una conoscenza, risalente in un caso ai tempi delle scuole superiori. Gli inquirenti sono intenzionati ad approfondire anche la possibile esistenza di episodi simili nel passato, magari fuori Valle, per capire se il ragazzo possa essere stato nuovamente preso di mira. Le indagini continuano.