Sgominata la banda che clonava i bancomat. Sono almeno 300 le tessere magnetiche sequestrate
Sono stati sorpresi con le mani nel sacco, dai carabinieri di Saint-VincentChâtillon, mentre stavano scaricando codici pin di bancomat carpiti illecitamente da varie tessere.
I militari domenica sera, si erano recati a Torino per notificare un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Torino nei confronti di Marilena Andreea Cucos, di 24 anni, romena, per reati informatici commessi a Verrès il 25 luglio scorso, quando nel suo appartamento hanno trovato lei e altri due connazionali che stavano lavorando per scaricare i dati carpiti dai bancomat.
In carcere, con l'accusa di installazione di apparecchiature atte a intercettare, impedire o interrompere le comunicazioni informatiche o telematiche, oltre alla giovane sono finiti altri due romeni: Miorel Chiriac, di 35 anni e di Alexandru Popa, di 30 anni.
Le indagini sui bancomat clonati erano partite il 25 luglio scorso, quando la donna era stata sorpresa dai carabinieri mentre disinstallava dal bancomat dell'ufficio postale di Verrès un dispositivo composto da lettore di bande magnetiche, telecamera e microfono per carpire i codici delle tessere. La ragazza era stata arrestata, e inseguito scarcerata, in quanto incensurata. La ragazza aveva detto ai carabinieri di non sapere quello che stava facendo, che le avevano dato 300 euro per andare a rimuovere quell’apparecchio, ma nulla di più. Dichiarazioni che però non avevano convinto gli investigatori. Il pm della procura distrettuale di Torino, competente sul caso, aveva chiesto e ottenuta una nuova misura cautelare.
A casa della donna, i militari hanno trovato circa 300 tessere magnetiche, di cui un centinaio già pronte da utilizzare con i numeri pin clonati dalle tessere, oltre a cd, un computer, 3.800 euro e varie penne usb e delle telecamere.
Ora, i carabinieri stanno indagando per cercare di capire dove sono state prese le tessere magnetiche utilizzate per inserire i codici dei bancomat, oltre a verificare se i tre lavorano dai soli o hanno altri complici e per cercare di risalire a dove hanno operato i malviventi.