Si rivolge al Tar perché non vuole i molok dei rifiuti sotto casa e i giudici le danno ragione

16 Novembre 2016

E’ la classica sindrome Nimby (Nda "non nel mio cortile") che si fa ancora più acuta quando di mezzo ci sono i rifiuti. Una villeggiante lombarda che si era vista installare quattro seminterrati per la raccolta differenziata sotto casa sua, nella centrale località Cretaz a Valtournenche, si è rivolta al Tar di Aosta e oggi si è vista dare ragione. La signora, Rosanna Casiraghi, ha contestato la delibera di Giunta comunale del settembre 2015 e tutte le successive autorizzazioni.

Accogliendo il ricorso i giudici amministrativi evidenziano la mancanza nel progetto approvato “della relazione firmata da un tecnico abilitato e attestante la conformità del progetto alle prescrizioni urbanistiche o edilizie, nonché alle norme di sicurezza, sanitarie, ambientali e paesaggistiche”. Secondo i giudici inoltre “non appare decisivo il rilievo della difesa comunale che sottolinea come il progetto sia frutto dell’opera di un libero professionista, ossia di un dipendente della società Quendoz, e non già dell’Ufficio tecnico comunale”.

Oltre alla mancanza dell’attestazione di conformità a livello urbanistico ed edilizio i giudici sottolineano nella sentenza come “non risulta adottato neanche l’atto di validazione del progetto esecutivo che deve accompagnare la delibera comunale di approvazione del progetto”. 

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