Sintomi taciuti ai medici, la Procura indaga per epidemia colposa aggravata
Epidemia colposa aggravata. E’ il reato che la Procura di Aosta ipotizza rispetto all’episodio in cui la scorsa settimana, in vista di un intervento chirurgico al naso all’Ospedale “Parini”, un uomo ha omesso di comunicare ai sanitari i sintomi presentati da qualche giorno (tosse e bruciore agli occhi) che, uniti ad un rialzo della temperatura notato dall’anestesista in fase pre-operatoria, hanno condotto a sottoporlo ad un tampone per il Coronavirus, dall’esito positivo.
Gli accertamenti, affidati ai Carabinieri del Nucleo investigativo e coordinati dal pm Luca Ceccanti, nell’ambito di un fascicolo aperto d’ufficio e co-intestato con il procuratore capo Paolo Fortuna, mirano ora a stabilire se quel silenzio possa aver causato (e quanti) dei contagi durante la sua presenza nella struttura sanitaria, a partire dai componenti dell’equipe operatoria che stava per procedere all’intervento. L’uomo era in ospedale, a metà della scorsa settimana, per una rinosettoplastica finalizzata sia a finalità estetiche, sia a correggere la deviazione del setto nasale.
Il paziente, dopo l’esito del tampone, è stato dimesso e posto in isolamento domiciliare. Dai primi accertamenti, aveva lavorato in una località turistica della Valle, trovandosi a contatto con numerosi turisti lombardi. A quanto emerso, i sintomi erano stati taciuti nel timore che l’intervento venisse rinviato e dovesse affrontare nuovamente una lista d’attesa. Non solo è accaduto, ma ora la contestazione di reato ipotizzata prevede fino a 12 anni di carcere, in grado di aumentare per effetto delle aggravanti ipotizzate dagli inquirenti.