Smaltimento e definizione dei fascicoli, per la Procura indici d’eccellenza

24 Gennaio 2022

Varcherà i confini non soltanto della regione, ma anche della nazione, il Bilancio di responsabilità sociale 2021 della Procura della Repubblica. Il documento che rendiconta la performance della struttura inquirente della giustizia penale giunge alla quinta edizione e – sono le parole-sintesi del sostituto procuratore Manlio D’Ambrosi, nella presentazione tenutasi oggi, lunedì 24 gennaio – fotografa un ufficio che “ritiene di aver dato ottima prova di sé nel quinquennio”, risultando “se non il migliore, uno dei migliori in Italia”.

L’invio al Cepej

Dal momento che i termini di comparazione mancano, perché “non ci sono i bilanci pubblicati” per le altre strutture omologhe del Paese, il dossier verrà inviato al Comitato Consultivo dei Procuratori Europei (Cepej), affinché tale organismo del Consiglio d’Europa possa verificare i livelli di efficacia ed efficienza raggiunti dalla locale Procura, “paragonando l’ufficio aostano con gli altri sul territorio nazionale”. Sono due, in particolare, gli indicatori citati dal pm responsabile della comunicazione per sostenere l’efficacia dell’azione nello scorso anno.

Gli indici di ricambio e smaltimento

Parliamo degli indici di ricambio e di smaltimento. Il primo misura quanto un ufficio riesce ad essere al passo con le nuove iscrizioni di fascicoli e con l’arretrato. Per Aosta, si attesta al 101.72%. Significa che la Procura è riuscita a definire più procedimenti di quanti se ne siano aggiunti nell’anno, facendo così fronte alla domanda di giustizia. L’altro indicatore restituisce la capacità di smaltimento dei fascicoli. In questo campo, lo “score” della Procura del capoluogo regionale è del 95.69%, non lontano da quel 100% che rappresenta una condizione puramente teorica (perché  configurerebbe la sostanziale assenza di nuove notizie di reato).

Il disposition time

C’è poi un terzo valore che ha fatto maturare nell’ufficio inquirente diretto dal Procuratore capo Paolo Fortuna la confidenza di aver raggiunto livelli di eccellenza nel Paese. E’ il “disposition time”, l’indice che viene utilizzato dal Cepej (a cui fanno riferimento 47 Stati membri) per valutare il lasso di tempo teoricamente necessario per la definizione di un procedimento penale. Ad Aosta, considerando tutte le tipologie di modelli, si attesta su una media di 17.89 giorni. “Abbiamo 162 pendenze, – ha sottolineato D’Ambrosi – a fronte di 3.302 procedimenti esauriti nel 2021”.

Peraltro, è emerso dall’analisi odierna, relativamente al giudizio monocratico l’ipotesi accusatoria sostenuta dalla Procura non è stata completamente smentita nel 70% circa dei casi, essendosi i processi chiusi solo per il 29.5% con l’assoluzione (16.3%), o l’estinzione del reato (13.2%). Quanto all’evoluzione del crimine nel 2021 in Valle d’Aosta, essa è stata “generalizzata”, ma la maggior crescita è stata riscontrata per i delitti info-telematici, con i “truffatori che hanno trovato il modo di raggiungere i propri obiettivi senza il contatto con le vittime”.

Gli obiettivi per il futuro

I risultati ottenuti nel 2021 sono da leggere alla luce di una scopertura dell’organico della Procura della Repubblica pari al 60%. Se per quanto riguarda i magistrati, il motore è a pieno regime (con un Procuratore e quattro sostituti, quota ritrovata lo scorso settembre), sono infatti 13 i dipendenti amministrativi in servizio, a fronte di una previsione di 30. Un dato che si riverbera naturalmente sugli obiettivi prefissati per il 2022, imperniati sul mantenimento degli standard virtuosi riscontrati nell’anno chiuso da poco.

“Non è assolutamente scontato” ha osservato il sostituto D’Ambrosi, anche perché, tra l’altro, “l’emergenza Covid non è ancora conclusa e può assorbire del personale”. Lo sguardo è rivolto, in particolare, all’implementazione digitale (da registrare l’immissione online del nuovo sito dell’ufficio, oggetto di restyling integrale), alla collaborazione con il Tribunale attraverso l’aggiornamento dei Protocolli in essere e all’accrescimento della sicurezza del Palazzo di giustizia, con l’introduzione di chiavi con badge, per una ulteriore delimitazione degli spazi.

Tutte azioni che, unite alla performance sui fascicoli, mirano a “garantire l’efficacia e l’efficienza dimostrate in tutte le attività, per consentire che tutti i soggetti che si rivolgono alla Procura non solo si possano sentire tutelati dallo Stato, ma anche avere risposte in tempi celeri e certi”. L’altro auspicio, in ragione della sensazione di un’assenza di altri uffici di Procura con indici di ricambio e smaltimento prossimi al 100%, è che il Cepej certifichi la qualità dei risultati ottenuti ad Aosta. Sarà il tempo a stabilirlo, ma nei corridoi del secondo piano di via Ollietti la fiducia nel futuro è elevata.

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