Soldi ai necrofori per indirizzare i parenti del “caro estinto”: impresario funebre interdetto
Trenta Carabinieri del Gruppo Aosta hanno eseguito, alle prime luci dell’alba di oggi, 23 dicembre, un arresto ed altre due misure cautelari disposte dal Gip del Tribunale di Aosta, Giuseppe Colazingari, nei confronti di due necrofori dell’Ospedale regionale e di un impresario di pompe funebri. I reati ipotizzati dalla Procura, che ha coordinato le indagini svolte dai militari del Nucleo Investigativo, sono lo spaccio di stupefacenti, l’assenteismo, la corruzione e l’istigazione alla corruzione.
La “neve” in ospedale
In manette è finito Michel Agostino, 35 anni, di Aosta, uno degli addetti alle operazioni mortuarie al nosocomio cittadino. Per lui sono scattati i “domiciliari”: gli inquirenti (il fascicolo è assegnato al pm Luca Ceccanti, che ha richiesto le misure al giudice una volta definito il quadro probatorio) gli contestano oltre trenta cessioni di cocaina – tra la primavera di quest’anno e lo scorso novembre – avvenute sia durante il turno di servizio in ospedale, sia allontanandosi indebitamente ed arbitrariamente dal lavoro.
Per quest’ultimo aspetto, è accusato anche della violazione delle norme generali che disciplinano l’impiego alle dipendenze della pubblica amministrazione. Secondo la Procura, in quattro occasioni tra luglio e settembre di quest’anno, ha “attestato falsamente la propria presenza in servizio, mediante modalità fraudolente, effettuando la timbratura dell’entrata di servizio ma, in realtà, assentandosi dal lavoro, senza giustificazione e senza attestazione”. Di poco inferiore alle cinque ore il periodo di assenza fraudolenta ricostruito dagli inquirenti, ritenuto relativo sia allo spaccio, sia a motivi personali.
Le “mancette” al necroforo
Il traffico di stupefacenti, in realtà, è emerso durante un’inchiesta più ampia dei Carabinieri del Reparto Operativo, comandato dal tenente colonnello Maurizio Pinardi, che avevano iniziato ad sviluppare investigativamente “rumors” di possibili “accordi” tra necrofori del “Parini” e imprese del settore. In questo filone delle indagini sono coinvolti Ennio Max Carlo Théodule, 65 anni, di Aosta, socio della “Onoranze funebri Theodule”, e l’operatore mortuario Valter Chenal, 58 anni, di Pollein. Entrambi sono sottoposti all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e, per il primo, è scattata anche l’interdizione per sei mesi dall’esercizio dell’attività imprenditoriale nel campo funerario.
I due sono accusati di aver concluso un “patto corruttivo” per cui l’impresa avrebbe percepito utilità, consistite “nell’aggiudicazione di servizi funerari e nell’organizzazione di tutte le incombenze derivanti da decessi avvenuti all’interno dell’ospedale di Aosta”. Ciò sarebbe avvenuto attraverso “l’intermediazione illecita di Chenal” (considerato incaricato di pubblico servizio, quindi ufficiale corrotto), cui Théodule (ritenuto quindi corruttore) avrebbe “contraccambiato” versando, in almeno due occasioni (a fine giugno e fine luglio di quest’anno”), somme di denaro dell’ordine di 2/300 euro, per aver “indirizzato i parenti di persone decedute a servirsi verso l’impresa” di cui è socio.
Il collega che dice “no”
Per l’impresario funebre si aggiunge anche l’accusa di istigazione alla corruzione. Con la stessa finalità contestatagli nei confronti di Chenal, avrebbe offerto del denaro ad Agostino, nell’agosto 2019, ricevendo però un rifiuto dal necroforo. L’indagine, battezzata “Undertaker” (l’impresario di pompe funebri, in inglese), si è sviluppata con intercettazioni telefoniche ed ambientali. Proprio queste – si legge in una nota dell’Arma – hanno permesso di “accertare una inconfutabile consegna di denaro” dal titolare della ditta di onoranze funebre al personale necroforo, per “contraccambiare i favori ottenuti”, oltre a far emergere lo scenario popolato da spaccio ed assenteismo.