Sottraggono 6 milioni di euro alle casse della loro società. Indagati per bancarotta fraudolenta
Avrebbero distratto sei milioni di euro dalle casse della società, la Essebi srl di Pollein. I soldi sarebbero finiti in beni di lusso e bene immobili. Per bancarotta fraudolenta, l'aliquota della guardia di finanza della Procura di Aosta con i colleghi della tenenza del Gran San Bernardo hanno indagato a piede libero Gianmario Sartoris, la moglie Marisa Battaglino e la figlia della coppia, Eleonora Sartoris. Per favoreggiamento personale, invece, è indagato un funzionario della banca Popolare di Novara, Gabriele Boero.
Secondo l'accusa, i coniugi Sartoris, amministratori della società 'Essebi' srl di Pollein, fallita il 13 marzo del 2008, avrebbero distratto dalle casse della ditta, che produceva strutture metalliche, circa 6 milioni di euro.
''Dall'attività investigativa svolta – spiega il comandante della tenenza del Gran San Bernardo, il tenente Diego Tatulli, nel corso di una conferenza stampa – e' risultato che l'amministratore di diritto, Marisa Battaglino e quello di fatto, il marito Gianmario Sartoris avevano messo appunto stratagemmi per distrarre il denaro della società. Con esso avrebbero acquistato beni immobili e di lusso, in un caso risultano anche scarpe da 700 euro''.
Secondo l'accusa, i coniugi Sartoris avrebbero anche ordinato a un dipendente di compilare fatture, formalmente ascritte a una società inesistente. In questa maniera potevano prelevare dalle casse societarie ingenti quantitativi di denaro. Nella maggioranza dei casi, però, le distrazioni avvenivano tramite i prelievi di cassa, per cui per gli investigatori non è stato sempre possibile verificare dove siano finiti i soldi. Indagata in concorso per bancarotta fraudolenta anche la figlia della coppia, ''sul suo conto e' transitato denaro distratto dalla 'Essebi'''.
I militari, durante le indagini, hanno anche sequestrato un terreno a Candia Canavese in provincia di Torino sul quale è in fase di costruzione una villa. Secondo l'accusa, i tre indagati avrebbero utilizzato proprio parte dei soldi distratti dalla società per costruire la casa. Gli indagati hanno fatto ricorso al Riesame, ma l'istanza è stata rigettata. Infatti, in questo caso sono riusciti a provare che i soldi utilizzati venivano proprio dalla casse della società.
Boero, invece, secondo l'accusa ''avrebbe ostacolato le indagini tenendo segrete e omettendo di girare all'ufficio funzione accertamenti della sede centrale della banca, le richieste a lui pervenute dalla polizia giudiziaria''.
''Le indagini – conclude il tenente – hanno permesso di accertare distrazioni dal 2003 al 2006, ma non sono state facili. Infatti, tutta la documentazione contabile è stata distrutta oppure occultata. Abbiamo dovuto esaminare 18 conti correnti, facenti capo o alle persone fisiche o alla società. Dagli accertamenti abbiamo potuto provare le distrazioni degli ultimi anni''.
Oggi, della ditta che si occupava di fabbricazione di strutture metalliche non vi è più nessuna traccia.