Stop al referendum sull’eutanasia, il rammarico del Comitato regionale

16 Febbraio 2022

Poche righe, che hanno lasciato nei promotori del Referendum una grande delusione. E’ sera quando la Corte Costituzionale, in uno stringato comunicato stampa, annuncia l’inammissibilità del referendum sull’eutanasia “perché, a seguito dell’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili.”

Poche parole, che in attesa della pubblicazione della sentenza, saranno forse meglio spiegate alle ore 18 dalla conferenza stampa del Presidente della Consulta Giuliano Amato.

1 milione 240mila firme raccolte a sostegno del referendum in più di 1000 comuni italiani, 7118 quelle valdostane, fra le prime regioni per percentuale di firmatari. 

“Il rammarico è tanto, soprattutto per il fatto che in tutta Italia sono state raccolte tantissime firme. – sottolinea Valeria Fadda, referente del Comitato regionale –  L’Associazione Luca Coscioni, con i comitati regionali, si era battuta tantissimo, non solo a livello referendario. Motivo per cui, forse è il momento di attendere le motivazioni e capire se è possibile, e di sicuro si farà, una mobilitazione di massa continua. Non si può lasciare cadere così quest’argomento, così importante, proprio per questo milione e 200mila firme raccolte che testimoniano come la sensibilità popolare è questa, ed è giusto che vada rispettata”.

La motivazione data nel comunicato della Consulta lascia perplessa la referente del comitato regionale. “Spero sia stato un riassunto ridotto all’osso di quella che si spera sia una motivazione più articolata a concreta.  – prosegue Fadda – Oggettivamente si può dire che questo referendum aveva dei limiti, perché essendo un referendum abrogativo andava a toccare una norma esistente, quello dell’omicidio del consenziente, si richiedeva un’abrogazione parziale. Ci sta, spero che la Corte dica che serva una legislazione propositiva e quindi un intervento parlamentare, per andare a delimitare i limiti e per dare un’opportunità concreta che non sia solo un’abrogazione parziale. Spero che in realtà sia un rammarico di qualche giorno e che poi la motivazione ci dia spunto per insistere a livello parlamentare in quell’ottica”. 

La volontà dei comitati, impegnati in queste ore in diverse riunioni, è di organizzare nei prossimi giorni flash mobilitazioni e mobilitazioni.

“Si spera che questa sensibilità non vada nel dimenticatoio e non finisca in uno dei cassetti parlamentari che noi conosciamo e che a livello popolare si continua a essere attivi. Forse è stato anche uno spunto per parlare di un tema che fino ad oggi rimaneva quasi un tabù”.

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