Tempus venit, tutti condannati i 7 imputati. Libera: “Ora risposte dalla politica”
Per le tentate estorsioni, ‘legate ad ambienti della ‘ndrangheta’, relative all’operazione Tempus Venit, il gup di Torino ha condannato ieri a a 6 anni e 8 mesi Giuseppe Facchinieri 51 anni di Marzabotto, a 5 anni e 8 mesi Giuseppe Chemi, 51 anni di Castel d’Aiano, a 5 anni Michele Raso di 49 anni di Cinquefrondi, a 5 anni e 10 mesi Roberto Raffa 36 anni di Aosta, e a un anno e 4 mesi ciascuno Salvatore Tropiano 56 anni, Romeo Tropiano 50 anni e Giuseppe Tropiano 58 anni. Per quest’ultimi il Gup ha escluso l’aggravante del "metodo mafioso", come chiesto dalla Procura, e sono stati dunque condannati per favoreggiamento.
Le indagini, coordinate dalla Dda di Torino e dalla Procura di Aosta, erano scattate dopo i tentativi di estorsione ai danni degli imprenditori Giuseppe Tropiano e Luigi Monteleone. Facchinieri, Chemi, Raso e Raffa erano agli arresti dal dicembre del 2011 per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. I fratelli Tropiano erano stati denunciati in stato di libertà per favoreggiamento aggravato dal metodo mafioso in quanto non avrebbero denunciato il tentativo di estorsione subito.
In una nota oggi Libera Valle d’Aosta sottolinea come le condanne del Gup di Torino "suffragano la tesi della presenza della ‘ndrangheta in Valle d’Aosta. Inquietante il fatto che l’imprenditore Giuseppe Tropiano, in principio considerato vittima di estorsione al pari di Luigi Monteleone (titolare della ditta “Archeos”), sia stato in seguito inserito nel registro degli indagati. Tropiano infatti, ricevute le prime minacce, non si rivolse alle forze dell’ordine bensì alla ‘ndrangheta, con cui aveva dei contatti. "
Libera esprime soddisfazione per il lavoro dei Carabinieri e della magistratura ma chiede ora alla Regione "come si intende procedere con l’appalto per la costruzione del parcheggio pluripiano dell’ospedale “Parini” di Aosta. Sarebbe gravissimo se i lavori procedessero senza tenere conto della sentenza del Gup di Torino, anche se è stata esclusa l’aggravante del metodo mafioso. L’importo complessivo dei lavori – che peraltro stanno causando diversi danni alle abitazioni circostanti – ammonta a 18 milioni di euro: il 3% di quella cifra era stato richiesto dalla ‘ndrangheta."