Trasportava nove siriani senza documenti: tre anni e quattro mesi di carcere ad un quarantenne

11 Gennaio 2018

Per gli agenti della Polizia di frontiera in servizio al tunnel del Gran San Bernardo, quell’auto diretta in Svizzera con dieci persone a bordo, conducente incluso, già rappresentava una violazione del codice della strada. Una volta fermata per i controlli, però, avevano scoperto che nessuno dei passeggeri, tutti cittadini Siriani, quattro dei quali minorenni, aveva dei documenti. Erano passati quindi all’arresto di colui che era al volante, il quarantenne egiziano Nabil Megahed El Sharkawi, accusandolo di essere un “passeur”.

Per quei fatti, risalenti allo scorso 19 luglio, l’uomo è stato condannato nella mattinata di oggi, giovedì 11 gennaio, dal Tribunale di Aosta in composizione collegiale a tre anni e quattro mesi di carcere, assieme a 90mila euro di multa. La sentenza include, inoltre, l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni e la confisca dell’automezzo. Verranno restituiti, invece, i telefoni cellulari sequestrati al momento del fermo.

Per il pubblico ministero Luca Ceccanti, El Sharkawi (già arrestato nel 2016 al tunnel del Monte Bianco per lo stesso reato) non poteva non essere cosciente di compiere un reato. “Il verbale di arresto – ha sottolineato – ci dice che è palese che sapesse della clandestinità” dei trasportati (secondo la Polizia, “tutti prelevati a Milano”), “vuoi per il loro numero e vuoi per il mezzo utilizzato”. Il rappresentante dell’accusa ha quindi concluso la requisitoria chiedendo la condanna dell’uomo a cinque anni di reclusione.

La difesa dell’imputato, sostenuta dall’avvocato Sonia Lucia Guastella del foro di Lodi, ha puntato – per invocare l’assoluzione del suo assistito – sul fatto che "indagini non ne sono state svolte. Nessuno dei traportati è mai stato sentito. Chi meglio di loro avrebbe potuto spiegare perché erano su quella macchina? Erano Siriani, potevano essere dei rifugiati politici”. Inoltre, per il legale, a riprova della buona fede dell’egiziano, “il fatto che fossero dieci a bordo significa che sapevano di poter destare sospetto. Vedendoli, qualsiasi pattuglia li avrebbe fermati, anche solo per violazione del codice della strada”.

Elementi, accompagnati dalla constatazione che “non è stato rinvenuto denaro, né su lui, né nell’auto”, che non hanno però convinto il collegio giudicante, presieduto da Massimo Scuffi (alle ultime udienze ad Aosta, dov'è stato sostituito in qualità di presidente del Tribunale dal magistrato Eugenio Gramola) e completato dai magistrati Anna Bonfilio e Marco Tornatore. La sentenza è arrivata dopo una breve camera di consiglio.

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