Trasportava una famiglia kosovara, passeur condannato a 3 anni e 4 mesi

04 Maggio 2016

Il 2 dicembre 2014 gli agenti della Polizia di frontiera in servizio al Tunnel del Monte Bianco lo avevano arrestato, sospettandolo di essere un “passeur”, e oggi il Tribunale di Aosta in composizione collegiale (magistrati Massimo Scuffi, Davide Paladino e Paolo De Paola) lo ha condannato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. A Burim Bajra, kosovaro di 33 anni, è stata inflitta una pena di tre anni e quattro mesi di reclusione, oltre a 50.000 euro di multa e la confisca del veicolo su cui viaggiava.

A bordo dell’auto guidata dall’uomo, ferma sulla “piattaforma” del tunnel in attesa che lo stesso riaprisse dopo alcuni lavori, erano stati trovati altri cinque kosovari, due adulti e tre bambini, che componevano un intero nucleo familiare. Dai controlli era emersa la loro condizione di clandestini e non erano stati appurati legami (di parentela, o lavoro) che motivassero la loro presenza in Italia. A quel punto, vista l’assenza di elementi che lo legassero alla famiglia trasportata, per il conducente erano scattati l’arresto e l’accusa di favorire l’immigrazione clandestina.

Nell’udienza di oggi, il pubblico ministero Luca Ceccanti, parlando di evidente responsabilità penale dell’imputato (assente, in quanto latitante), ha chiesto una condanna a quattro anni di reclusione e una multa di 50.000 euro. Il difensore di Bajra, l’avvocato Davide Urbica, ha invece insistito, nel rivendicare l’assoluzione, sull’assenza del “presupposto soggettivo” del reato contestato, cioé sul fatto che non si fosse dimostrato che l’uomo avesse ricevuto del denaro dalla famiglia per compiere il trasporto. Tesi che però non ha fatto breccia nel collegio: dopo una breve camera di consiglio, i magistrati hanno sentenziato per la colpevolezza di Bajra.

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