“Trattati come abusivi, la Regione ci risarcisca”. Ricorso al Tar di quattro guide naturalistiche

06 Luglio 2015

Per almeno dieci anni sono stati trattati alla stregua di abusivi, con danni di immagine e discredito professionale e ripercussioni economiche alla loro attività. E’ la storia di quattro guide escursionistiche naturalistiche, residenti in Valle, che, dopo aver conseguito l’abilitazione professionale in Piemonte, da anni chiedevano alla Regione di essere inseriti negli appositi elenchi regionali. E ora, in assenza di risposte, si rivolgono al Tar, sostenute dall’Aigae, l’associazione nazionale guide ambientali escursionistiche, unica realtà riconosciuta dal Ministero dello Sviluppo economico.

La querelle ha inizio nel gennaio del 2003 quando l’allora Giunta regionale disciplinò con legge l’attività di guida escursionistica naturalistica. L’articolato, in particolare, prevede che possano esercitare tale professione le guide in possesso dell’abilitazione – l’ultimo corso professionale organizzato in Valle risale a 12 anni fa – iscritte all’apposito elenco regionale. Nel caso di titoli conseguiti in altre regioni o in altri paesi dell’Unione europea, il riconoscimento della qualifica, ai fini dell’iscrizione nell’elenco, spetta alla competente struttura regionale, secondo le modalità e i criteri stabiliti con delibera di Giunta.

Il problema, denunciato dai ricorrenti, è che in questi anni la Regione è stata “inadempiente” rispetto alla sua stessa legge. La delibera di Giunta che doveva disciplinare l’iscrizione da parte di guide che hanno conseguito l’abilitazione in altre regioni o paesi è arrivata soltanto nelle scorse settimane e a ricorso depositato. Un vuoto normativo che ha danneggiato le guide che volevano esercitare in Valle d’Aosta e che, oltre a non venire iscritte negli appositi elenchi, non hanno potuto usufruire dei canali pubblicitari e promozionali della Regione e di altri enti.  La legge regionale del 2003 sarebbe poi in contrasto, secondo i ricorrenti, con la legge nazionale 4/2013 che allineandosi con le normative europee ha liberalizzato le professioni non organizzate in ordini o collegi. In Valle d’Aosta sono circa 200 le guide iscritte nell’elenco regionale di cui meno di dieci svolgono tale attività come lavoro principale. 

“Un pasticcio normativo” sottolinea Sveva Lavecchia, coordinatrice dell’ Associazione nazionale guide ambientali escursionistiche che sulla delibera da poco approvata dalla Giunta regionale dice: “Siamo contenti che la Regione abbia fatto il primo passo rispetto a 12 anni di immobilismo. Farsi le guerre non serve a nulla, il nostro obiettivo è di sederci tutti intorno ad un tavolo per affrontare il problema”. La delibera di Giunta del 19 giugno scorso prevede l’istituzione di una commissione di valutazione a cui spetterà il compito di valutare le richieste di iscrizioni negli elenchi, prevedendo eventuali misure compensative che saranno poi affidate ad un ente accreditato per la formazione. Per le quattro guide escursionistiche però il tempo dell’attesa paziente è scaduto: la richiesta al Tar è di essere iscritti, quindi, all’elenco regionale e di vedersi riconoscere dalla Regione un risarcimento danni. 

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