Tre indagati per la morte della guida alpina Simona Hosquet
Spetterà alla perizia del nivologo Renato Cresta chiarire le eventuali responsabilità per la morte di Simona Hosquet, guida alpina trentenne e primo caporal maggiore scelto dell’Esercito, travolta da una valanga lo scorso 6 febbraio in fuoripista nella Valtournenche.
La Procura ha aperto, come anticipato oggi da Gazzetta Matin, un fascicolo per omicidio e disastro colposo, iscrivendo nel registro degli indagati, l’ingegnere di Fondazione montagna sicura Giuseppe Antonello, le guide alpine Stefano Pivot e Gianfranco Sappa, che in quella zona stavano effettuando rilievi nivologici.
Il Pm Pasquale Longarini la scorsa settimana ha chiesto e ottenuto l’incidente probatorio dal gip Maurizio D’Abrusco. "La perizia dovrebbe essere dirimente sulle responsabilità dei tre indagati", spiega all’Ansa l’avvocato Renzo Cocchi del foro di Torino, che assiste Stefano Pivot. E’ probabile – ma sarà la consulenza tecnica ad accertarlo ufficialmente – che i tre si trovassero a valle rispetto ai circa 2.600 metri di quota del Col Croux, da dove si staccò la slavina che precipitò su 23 sciatori, falciandone sei.
Dai primi riscontri emerse che il distacco fu "provocato dal passaggio di alcuni sciatori su una placca a vento". La perizia servirà a chiarire anche se i rilievi dei tre indagati abbiano influenzato in qualche modo il manto nevoso.