Femminicidio di La Salle, la difesa di Teima: “pronti ad aprire piste alternative”

02 Dicembre 2024

Dopo il primo incontro con i suoi legali, avvenuto nella mattinata di oggi, lunedì 2 dicembre (finora erano stati possibili solo dei confronti in videoconferenza), la posizione di Sohaib Teima – il 21enne di Fermo “gravemente indiziato”, per la Procura di Aosta, dell’omicidio pluriaggravato e dell’occultamento del cadavere di Auriane Nathalie Laisnenon cambia rispetto al giorno in cui è stato arrestato in Francia (all’inizio dello scorso marzo).

Il giovane, da carcere di Torino, dov’è detenuto dall’estradizione in Italia, lo scorso 18 novembre, respinge fermamente le accuse che gli vengono mosse. Non solo. “Da quello che ci ha riferito il ragazzo, – spiega l’avvocata Lucia Lupi, che lo difende con il collega Igor Giostrasiamo in grado di aprire piste alternative”.

L’enigma, per i legali, riguarda ora il momento più opportuno per cristallizzare la versione del ragazzo, attraverso un interrogatorio al Pubblico ministero (il fascicolo è affidato al sostituto procuratore Manlio D’Ambrosi). Le indagini preliminari non sono ancora chiuse e la difesa, di conseguenza, ha accesso solo agli atti alla base del mandato europeo d’arresto spiccato dalla Procura di Aosta ed eseguito dalla polizia francese.

Attenderne la conclusione, esercitando la facoltà concessa ad ogni indagato di essere sentito in quella fase, o rendere interrogatorio nel mentre, chiedendo subito dopo una modifica della misura cautelare in essere (segnatamente, la sostituzione del carcere con gli arresti domiciliari)? Si tratta dell’aspetto di indecisione del team difensivo di Teima, perché ognuna delle due opzioni presenta un rovescio della medaglia.

Attendere che le indagini preliminari vengano chiuse significherebbe infatti, per Teima, restare in carcere sino ad allora. Certo un’istanza di revisione della misura cautelare può infatti essere depositata dai difensori in qualsiasi momento, ma è difficile presupporre un accoglimento senza aver fornito agli inquirenti una versione con scenari alternativi ritenuta credibile e suffragata da elementi.

Di contro, essere sentito a indagini ancora aperte, presenta l’incognita di una non completa conoscenza del fascicolo e di tutto ciò che lo compone (l’indagine è affidata, dal ritrovamento del corpo di Auriane Laisne nella cappella diroccata dell’Equilivaz, ai Carabinieri del Nucleo investigativo).

L’intento dei difensori è di sciogliere il nodo nell’arco di un paio di mesi, al massimo. Sulla scelta influirà anche l’esito di nuovi contatti dei legali, in programma prossimamente, con i consulenti di parte: un medico legale e un genetista (nominati nell’ambito di accertamenti eseguiti dalla Procura, in particolare sul Dna).

Di certo, dopo essersi avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del Gip Davide Paladino, nell’interrogatorio di garanzia dello scorso 22 novembre, i legali di Teima sono coscienti che “sembra che lui non voglia essere interrogato, ma non è così”. Nel silenzio in quella fase c’era soprattutto la necessità di compiere approfondimenti, anche con l’incontro di oggi,. Il presupposto dell’interrogatorio dinanzi al pm è diverso e c’è da credere che gli stessi inquirenti siano interessati alla versione del ragazzo.

Femminicidio di La Salle, Teima non risponde alle domande del Gip

22 Novembre 2024 – Ore 13.02

Il carcere delle Vallette, a Torino.

Sohaib Teima si è avvalso, nell’interrogatorio di garanzia tenutosi nella mattinata di oggi, venerdì 22 novembre, della facoltà di non rispondere alle domande del Gip Davide Paladino. Indagato per omicidio pluriaggravato ed occultamento aggravato del cadavere di Auriane Nathalie Laisne, il 21enne originario di Fermo (nelle Marche) era collegato in videoconferenza dal carcere di Torino, dov’è detenuto da lunedì scorso, dopo essere stato estradato dalla Francia.

La decisione attiene alla volontà dei due legali che lo difendono, gli avvocati Lucia Lupi e Igor Giostra, di studiare il contenuto del fascicolo (di cui hanno potuto prendere conoscenza dall’arrivo del loro cliente nel nostro Paese, con la notifica del mandato di arresto europeo spiccato dagli inquirenti aostani) e di confrontarsi personalmente con Teima. Al momento, c’è stato solo un contatto tramite videochiamata con il ragazzo.

Da sempre, l’arrestato si dichiara estraneo ai fatti. Sostiene di non essere mai stato nella cappella diroccata dell’Equilivaz (dov’è stato trovato il corpo della ragazza). Per gli inquirenti (ad indagare sono stati i Carabinieri del Nucleo Investigativo, coordinati dal pm Manlio D’Ambrosi), l’omicidio è aggravato dalla premeditazione e dal legame sentimentale con la vittima, mentre l’occultamento di cadavere è contestato con l’aggravante dell’aver agito per mirare a garantirsi l’impunità.

Per la difesa di Teima, le accuse sono mosse basandosi sul fatto che i due ragazzi si trovassero in Valle insieme e che, oltralpe, il 21enne fosse accusato di maltrattamenti, dopo essere stato denunciato proprio da Laisne. La versione del ragazzo, sottolinea l’avvocata Lupi, non è mai cambiata: ha sostenuto di essere rientrato in bus a Grenoble il 27 marzo. Non una fuga, quindi, ma un rientro nel luogo “dove viveva e studiava e dove è stato arrestato con i cugini, poi rilasciati”.

Femminicidio di La Salle, Teima verso l’interrogatorio del Gip

19 Novembre 2024 – Ore 10.23

Con la consegna l’altro ieri, da parte delle autorità francesi a quelle italiane, e la sua incarcerazione a Torino, Sohaib Teima ha preso conoscenza delle contestazioni per cui la Procura di Aosta ha emesso il mandato di arresto europeo eseguito dalla polizia d’oltralpe a Lione il 10 aprile di quest’anno.

Gli inquirenti lo ritengono “gravemente indiziato” dell’omicidio pluriaggravato della 22enne francese Auriane Nathalie Laisne, trovata senza vita lo scorso 5 aprile nella cappella diroccata dell’Equilivaz (La Salle), nonché dell’occultamento aggravato del cadavere della 22enne francese che era sua compagna.

Sulla base delle indagini svolte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, l’uccisione è contestata con le aggravanti della premeditazione e dell’aver commesso il fatto su una persona cui era legato da relazione affettiva (la ragazza lo aveva anche denunciato per maltrattamenti e il processo in Francia si è chiuso con una condanna a 6 mesi, che Teima ha scontato in detenzione cautelare). L’occultamento, invece, è aggravato dall’aver tentato di garantirsi l’impunità.

La ricomposizione del cadavere nella cappella diroccata era infatti stata letta dagli investigatori come effettuata con modalità (la ragazza era stata, secondo i Carabinieri, messa di proposito in una posizione fetale/dormiente) tali da cercare di far perdere più tempo possibile a chi avrebbe ritrovato il corpo, sia per capire chi fosse lei, sia per arrivare al possibile responsabile.

Si tratta però di contestazioni provvisorie, formulate appunto sulla base dell’attività d’indagine svolta sull’accaduto, e non ancora cristallizzate in una richiesta di giudizio della Procura al Tribunale. Prima, Teima ha di fronte a sé almeno altri due passi, nei quali potrà avvalersi delle facoltà difensive del caso (l’arrivo in Italia ha anche aperto le porte all’incontro con i legali Lucia Lupi e Igor Giostra, non possibile durante la detenzione in Francia).

Si tratta dell’interrogatorio di garanzia, cui il Gip è tenuto a sottoporlo entro 5 giorni dal momento in cui è stato consegnato alle autorità italiane (termine che scadrà quindi questa settimana). E’ la prima sede in cui una persona sottoposta a un procedimento penale può fornire una versione dei fatti che gli vengono contestati, a propria difesa. Tra le facoltà di Teima c’è anche la facoltà di non rispondere.

Questione di strategie difensive messe a punto con i legali. Lo stesso bivio (rispondere o meno) gli si porrà davanti in occasione dell’interrogatorio cui il pubblico ministero titolare del fasciolo, Manlio D’Ambrosi, intende sottoporlo. Non un passo obbligatorio, ma che gli inquirenti, nel muovere contestazioni di tale portata, intraprendono anche in una logica di garanzia dell’arrestato.

Sulla base dell’esito di questi passaggi, la Procura si determinerà sulle prossime scelte, riguardanti appunto la richiesta di sottoporre Teima a processo e la formalizzazione esatta delle imputazioni. Le contestazioni che gli vengono mosse al momento escluderebbero riti alternativi e prevedono che l’imputato compaia dinanzi a una Corte d’Assise (cioè con giuria popolare), ma parlarne ora è prematuro. Prima, il procedimento farà il suo corso.

Sohaib Teima, accusato del femminicidio di La Salle, è stato estradato in Italia

19 Novembre 2024 – Ore 10.23

E’ rinchiuso da ieri nel carcere Lorusso-Cotugno di Torino Sohaib Teima, il 22enne italo-egiziano accusato dalla Procura di Aosta dell’omicidio premeditato della 22enne francese Auriane Nathalie Laisne, avvenuto tra il 26 e il 27 marzo scorsi, nella cappella diroccata dell’Equilivaz a La Salle.

Il ragazzo è stato estradato ieri dalla Francia. L’autorizzazione era stata concessa dalla Chambre d’instruction della Corte d’appello di Grenoble il 2 maggio scorso, ma si era in attesa della sentenza del procedimento d’appello sui maltrattamenti ai danni della stessa Auriane, arrivata il 13 novembre scorso.

Sohaib Teima è difeso dagli avvocati Lucia Lupi e Igor Giostra.

Processo d’appello sui maltrattamenti, Teima condannato a 6 mesi

13 novembre 2024

Sei mesi di reclusione. E’ la condanna che, confermando il giudizio di primo grado dello scorso maggio, il Tribunale d’Appello di Grenoble ha inflitto nel pomeriggio di oggi, mercoledì 13 novembre, a Sohaib Teima, accusato di maltrattamenti nei confronti di Auriane Laisne, la 22enne di Lione trovata senza vita in aprile nella cappella dell’Equilivaz, a La Salle. Di quel delitto, la Procura di Aosta accusa lo stesso Teima, sulla base delle indagini dei Carabinieri.

Nel processo d’appello oltralpe, iniziato il 16 ottobre scorso, la procura generale aveva sollecitato ai giudici un inasprimento della pena per il 21enne di Fermo (nelle Marche), invocando una condanna a 18 mesi. Dalle udienze è emerso che più di una erano state le denunce della ragazza nei confronti dell’imputato, riguardanti tra l’altro l’appropriazione dei suoi account social e fatti risalenti al periodo 2022-24.

Teima, difeso nel giudizio sui maltrattamenti dagli avvocati Antoine Barret e Sophie Geynet-Bourgeon, ha dichiarato davanti alla Corte di non avere mai picchiato, né insultato Laisne e la sua difesa ne aveva chiesto l’assoluzione, mentre, per gli inquirenti, le prove per ribadire l’affermazione di colpevolezza del 21enne risultavano “schiaccianti”. La definizione del processo per maltrattamenti in Francia riporta ora d’attualità il tema dell’arrivo in Italia del ragazzo.

La Procura di Aosta aveva infatti spiccato un mandato di arresto europeo nei confronti di Teima, perché “gravemente indiziato” dell’omicidio con premeditazione di Auriane Laisne. Il 2 maggio scorso, un giorno prima della condanna di primo grado per i maltrattamenti, i giudici della “Chambre d’instruction” di Grenoble avevano concesso l’estradizione in Italia.

Considerando che la pena di sei mesi inflitta quest’oggi al 21enne è stata sostanzialmente scontata attraverso il periodo trascorso in custodia cautelare (era stato arrestato in Francia il 10 aprile di quest’anno), le procedure per il suo arrivo nel nostro Paese – al fine di processarlo per il reato di cui è accusato in Italia – potrebbero non richiedere tempi lunghi. I ritmi e i tempi saranno scanditi, comunque, dalla disciplina delle procedure bilaterali.

Appello sui maltrattamenti, sentenza per Teima in settembre

27 giugno 2024 – Ore 9.53

E’ il 4 settembre prossimo la data in cui si conoscerà la  sentenza del Tribunale d’Appello di Grenoble del processo a Sohaib Teima, accusato di maltrattamenti. Il ragazzo, 21 anni di Fermo (nelle marche), era stato denunciato dalla compagna, Auriane Laisne, 22 anni, di Lione. In Italia, per Teima la Procura di Aosta aveva spiccato un mandato di arresto europeo, perché “gravemente indiziato” dell’omicidio con premeditazione della giovane, poi trovata senza vita lo scorso marzo nella cappella diroccata dell’Equilivaz (La Salle).

L’udienza d’appello – proposto dal difensore di Teima rispetto alla sentenza di primo grado (lo scorso 3 maggio, gli erano stati inflitti sei mesi di reclusione) – si è tenuta ieri ed è durata cinque ore. Secondo quanto riportato dai media francesi, l’accusa ha chiesto per lui una pena più severa di quella precedente (possibilità che nell’ordinamento italiano non esiste): 18 mesi di carcere. E’ emerso altresì che più d’una erano state le denunce della ragazza nei confronti dell’imputato, riguardanti tra l’altro l’appropriazione dei suoi account social.

Per la procura generale, le prove per ribadire (ed inasprire) l’affermazione di colpevolezza sono “schiaccianti”. Teima ha dichiarato davanti ai giudici di non avere mai picchiato, né insultato Laisne e la sua difesa ne ha chiesto l’assoluzione, sostenendo la falsità delle accuse mossegli. Il 2 maggio scorso, un giorno prima della condanna di primo grado per i maltrattamenti, i giudici della “Chambre d’instruction” della Corte d’appello di Grenoble avevano concesso l’estradizione in Italia. Dal pronunciamento che sarà reso noto in settembre si potranno capire i tempi del suo arrivo nel nostro Paese.

Femminicidio di La Salle, la madre dell’arrestato torna a ribadirne l’innocenza

23 maggio 2024 – ore 18.22

Luogo ritrovamento donna

“Quando mio figlio l’ha portata a casa mia, l’ho trattata sempre come una figlia. Ho cucinato apposta le cose che le piacevano. L’ho portata sempre con me fuori. Ci sono i testimoni. Lei mi ha accompagnata sempre, mentre facevo la spesa, mentre portavo i bambini a scuola”. Parole di Atika Choukri, madre di Sohaib Teima, il 21enne italo-egiziano arrestato in Francia perché accusato dalla Procura di Aosta dell’omicidio premeditato della 22enne francese Auriane Nathalie Laisne, avvenuto tra il 26 e il 27 marzo scorsi, nella cappella diroccata dell’Equilivaz (La Salle).

La donna è comparsa quest’oggi, giovedì 23 maggio, in una conferenza stampa a Fermo (nelle Marche, dove vive), al fianco dei difensori italiani del figlio, gli avvocati Igor Giostra e Lucia Lupi. Ha offerto la sua testimonianza sul rapporto con Auriane, ribadendo l’innocenza del ragazzo. Parole in antitesi con quanto sostenuto, settimane fa, in una nota rilasciata alla stampa dal padre della vittima, Ludwig Laisne, che sottolineava il coraggio della figlia “di aver sopportato sequestri, anche per mano della madre del boia, complice del figlio, che rimproverava ad Auriane di non essere abbastanza gentile e obbediente”.

Una visione che, per gli avvocati di Teima, non risponde a realtà. Tanto che, ha sottolineato il legale Lupi, la donna ha appreso della morte della ragazza dai giornali e, le ha fatto eco Choukri, “ho provato un dolore come per una figlia”. Nell’incontro con i giornalisti, gli avvocati hanno espresso l’auspicio che il loro assistito venga estradato in tempi rapidi (la decisione è stata assunta dalla “Chambre d’instruction” della Corte d’appello di Grenoble lo scorso 2 maggio, ndr.), appellandosi alle autorità d’oltralpe per una detenzione in condizioni dignitose e rispettose dei diritti.

Teima, hanno ricordato i difensori italiani del ragazzo, si è sempre detto innocente rispetto ai reati contestatigli in Francia (dove il 3 maggio è stato condannato a sei mesi di reclusione per maltrattamenti nei confronti di Auriane Laisne, che lo aveva denunciato in gennaio) e nel nostro Paese. Riguardo al processo a Grenoble, su cui pende l’appello del difensore francese, i legali hanno messo l’accento sulla mancata acquisizione di tutte le prove disponibili. Gli avvocati puntano, in particolare, sull’analisi dei messaggi contenuti nel telefono del giovane arrestato, sequestrato in Francia. Un aspetto che, è la loro convinzione, potrà scaturire evidenze significative a favore dell’innocenza di Teima dall’accusa di aver ucciso la giovane con cui, secondo gli inquirenti italiani, aveva “una frequentazione assidua”.

Delitto di La Salle, Teima è stato condannato in Francia per maltrattamenti

4 maggio 2024 – di Luca Ventrice

Sei mesi di reclusione per maltrattamenti. Arriva da oltralpe, dal tribunale di Grenoble, la notizia della condanna inflitta a Sohaib Teima, il ventunenne di Fermo accusato di aver ucciso nella cappella diroccata dell’Equilivaz, a La Salle Auriane Nathalie Laisne.

A riportarlo è il giornale francese Le Progrès. L’accusa di minacce e violenza domestica è stata avanzata per fatti commessi dal 2022 al 2024, anno in cui è stato denunciato dalla ragazza. Ieri la Corte d’appello di Grenoble aveva concesso l’estradizione in Italia di Teima, rinviandola fino al giudizio. 

Incensurato, l’accusa aveva chiesto per lui dieci mesi di reclusione. Dopo il processo, durato cinque ore, è tornato in carcere.

Sempre dalle colonne de Le Progrès si spiega com’è andato il processo: “Lei era la sua cosa, il suo oggetto”, ha detto l’avvocato di parte civile della famiglia della vittima. Secondo quanto riportato in aula, diversi i fatti che “inchiodano” Teima: il fatto di aver chiuso Laisne in un’aula dell’università che lui frequentava – e per questo lei ha chiamato in soccorso il padre -, una denuncia per percosse nel 2023, insulti. A febbraio, già in Italia, aveva il naso rotto e scappò da lui di notte, mentre un’altra denuncia risale a gennaio.

Accuse che Teima ha negato: “Sono menzogne. Non ho mai usato violenza perché sono cresciuto con mia madre”, cercando di fornire una spiegazione per ogni livido della ragazza e dicendo di essere stato lui a volerla lasciare quando ha scoperto che Laisne viveva “in un mondo di pericolo e droga”, parlando di prostituzione e cocaina e descrivendola come “bipolare”.

Secondo quanto riportato, I’avvocato di Teima ha mostrato una foto di Auriane in lingerie, e facendo riferimento ad un suo arresto in aeroporto, a Roma, mentre era in possesso di cocaina. 

Secondo il pubblico ministero, che ha parlato di “comportamenti aggressivi e invadenti” di Teima, “le dichiarazioni della vittima sono comprovate da tre certificati medici e abbiamo due denunce circostanziate”.

“Auriane era amore, generosità, coraggio e abnegazione”, ha detto il padre, Ludwig Laisne, in aula, presente assieme alla madre, ed il fratello della vittima. “Voleva dargli la felicità nonostante le botte e le violenze. Voleva renderlo migliore. Abbiamo fatto tutto il possibile per porre fine a questo rapporto ma lei passava oltre”. Gabin, il fratello, ha parlato di una “sorella maggiore da sogno, molto protettiva”.

“Nonostante il contesto, oggi dobbiamo solo giudicare ciò che abbiamo davanti. La corte non deve prendere in considerazione il fatto che Auriane non c’è più. Né le circostanze in cui è stata uccisa. La legge ce lo impone” ha detto invece la presidente del tribunale Catherine Lanza-Perret, rivolgendosi alla famiglia della giovane, come riporta Le Dauphiné libéré .

La voce del padre

Sono intense le parole che il padre della vittima, Ludwig Laisne, ha rilasciato in una nota alla stampa. “Devo stare davanti a te, in omaggio ad Auriane, in onore del coraggio che ha avuto – si legge -: coraggio di aver creduto di poter rendere migliore il suo aguzzino nonostante le sue incessanti bugie e la sua voglia di allontanarlo da noi, dalla sua famiglia; coraggio di aver sopportato i numerosi e ripetuti atti di violenza; coraggio di aver sopportato sequestri, anche per mano della madre del boia, complice del figlio, che rimproverava ad Auriane di non essere abbastanza gentile e obbediente, da qui le percosse, secondo lei, legittime da parte del figlio”.

Non solo: “Coraggio di aver visto arrivare a casa mia la zia e la cugina del boia, appena dopo la custodia del boia, inviate da quest’ultimo per spingerla a ritirare la denuncia; coraggio di Auriane di preoccuparsi più per noi, la sua famiglia, che per se stessa; coraggio di arrivare al punto di registrare le discussioni con il suo aguzzino riguardo la sua violenza, sapendo che l’avrebbe colpita ancora più forte per aver osato parlarne con lui”.

“Anch’io devo alzarmi – prosegue -, affinché questo ulteriore femminicidio non sia vano. Esserci affinché i fallimenti e le disfunzioni della giustizia non si ripetano. Perché il suo carnefice ha potuto avvicinarsi a lei nonostante fosse stato disposto il divieto di contatto; perché non gli è stato richiesto di indossare un braccialetto elettronico; perché, anche se a febbraio era stata chiesta la detenzione provvisoria del boia, la Procura di Lione non ha ritenuto opportuno dare seguito immediato a questa decisione, permettendo così che si verificasse questa tragedia“.

“Spero che a tutte queste domande si possa trovare una risposta, ma soprattutto che diventino fonte di cambiamento all’interno dei sistemi giudiziari e di polizia che, come l’Éducation nationale, sono crudelmente privi di mezzi per poter svolgere adeguatamente il proprio lavoro. Spero che ai massimi livelli della Repubblica non ci fermiamo solo alle parole, ma passiamo ad azioni che portino a cambiamenti reali”.

“Devo essere lì – ha detto ancora Laisne -, in piedi nonostante tutta la sofferenza, per trasmettere un messaggio di pace e rispetto per gli altri. Occorre sostenere maggiormente l’Éducation nationale affinché alcune famiglie non costruiscano il futuro dei giovani sulla violenza che può essere inflitta alle donne, purtroppo considerate troppo spesso inferiori agli uomini, in quanto appartenenti a loro, arrivando talune a ritenere che hanno su di loro il diritto di vita o di morte. Più in generale, vorrei chiedere a tutti voi di rifiutare la violenza in favore della pace, di rifiutare l’odio in favore dell’amore per il prossimo, di rifiutare l’intolleranza in favore del rispetto. Rifiuta l’oscurantismo”.

“Vi chiedo di restare vigili e di non lasciarvi influenzare da certi commenti politici e mediatici che incitano alla divisione, ma al contrario di rifiutare categoricamente queste strategie nauseanti – si legge ancora -. Devo finalmente alzarmi per denunciare certi media che prosperano sulle notizie e ne fanno i loro affari, anche se questo significa mentire o distorcere la realtà”.

“Vorrei ringraziare i carabinieri italiani, la Procura della Repubblica di Aosta, che hanno saputo essere umani, efficienti e hanno permesso di portare all’identificazione del corpo di mia figlia, per poi portare all’arresto del boia, grazie a il BAC de Lyon che ringrazio anch’io – chiude il padre della vittima -. Non provo né rabbia né odio verso il carnefice, cerco di trascendere queste energie negative e inutili, in energie di amore universale, pace e rispetto, affinché l’assassinio di Auriane ci permetta di elevare la nostra cittadinanza e la nostra umanità, costi quel che costi”.

di Luca Ventrice

Delitto di La Salle, concessa l’estradizione di Teima

2 maggio 2024

La “Chambre d’instruction” della Corte d’appello di Grenoble si è pronunciata: Sohaib Teima, il 21enne accusato dalla Procura di Aosta dell’omicidio premeditato di Auriane Nathalie Laisne, trovata senza vita nella cappella diroccata dell’Equilivaz, sarà estradato in Italia, paese in cui è nato. La decisione è arrivata oggi, giovedì 2 maggio, dopo che l’udienza era stata rinviata dal 18 al 25 aprile scorso, a causa di un malore del giovane, arrestato in Francia il 10 aprile sulla base del mandato d’arresto europeo spiccato nel nostro Paese.

Prima del rientro in Italia, però, resta il processo che Teima deve affrontare oltralpe. E’ accusato di maltrattamenti ai danni della ragazza, che lo aveva denunciato a inizio 2024, e di violazione della misura di controllo giudiziario cui era sottoposto, cioè il divieto di avvicinamento alla giovane. E’ chiamato a comparire domani, venerdì 3 maggio, e non è detto che la sentenza sia pronunciata dopo una sola udienza.

Secondo le indagini dei Carabinieri, coordinati dal procuratore Luca Ceccanti e dal sostituto Manlio D’Ambrosi, Teima avrebbe ucciso la ragazza (cui era legato da una “frequentazione assidua”), ponendo prima di fuggire il corpo nella cappella in una posizione apparentemente naturale, per rallentare il più possibile gli inquirenti nella lettura dei fatti. Uno dei tanti aspetti, secondo gli inquirenti, che il ragazzo “gravemente indiziato” del delitto avrebbe pianificato.

Lui e la ragazza, è emerso dalle indagini, erano entrati in Italia il 25 marzo, su un bus low cost. La morte e la fuga del giovane, stando all’inchiesta, si colloca tra il 26 e il 27, un giorno dopo. Per la Procura, si è trattato di un femminicidio dettato da un movente di possesso e di annullamento della volontà della vittima. Un addebito che Teima ha respinto da subito (anche non opponendosi all’estradizione nell’udienza alla “Chambre d’Instruction”), dicendosi deciso a difendersi. Il processo in Italia sarà la sede per farlo.

Delitto di La Salle, Teima chiede di essere estradato per difendersi

26 aprile 2024

Sohaib Teima, il 21enne arrestato in Francia perché “gravemente indiziato” di aver ucciso Auriane Nathalie Laisne, ha chiesto di poter essere estradato in Italia, per difendersi dall’accusa di omicidio premeditato. Lo ha fatto ieri, giovedì 25 aprile, durante l’udienza tenutasi alla “Chambre d’instruction” della Corte d’appello di Grenoble, secondo quanto riportano i giornali francesi Le Progrès e Le Dauphiné Libéré.

La decisione dei giudici – chiamati a pronunciarsi sulla richiesta di consegnare il giovane, avanzata dalla Procura della Repubblica di Aosta, che ha spiccato il mandato di arresto europeo – sarà comunicata il prossimo 2 maggio. Teima è stato arrestato a Lione l’11 aprile. Per gli inquirenti italiani (hanno indagato i Carabinieri, coordinati dal procuratore Luca Ceccanti e dal sostituto Manlio D’Ambrosi) è lui ad aver ucciso la ragazza con cui aveva una “frequentazione assidua”, lasciandone il corpo nella cappella diroccata dell’Equilivaz, a La Salle, dopo aver pianificato ogni dettaglio.

Lui e la ragazza erano entrati in Italia il 25 marzo, su un bus low cost. Stando alle indagini, la morte (e la fuga del giovane) vanno collocati tra il 26 e il 27, un giorno dopo. Per la Procura di Aosta, siamo di fronte a un femminicidio dettato da un movente di possesso e di annullamento della volontà della vittima. Nel giorno del suo arresto era emerso che Teima fosse stato denunciato, lo scorso gennaio, dalla ragazza, per maltrattamenti. Fatti per cui è a processo a Grenoble (udienza fissata per il 3 maggio) ed era sottoposta al divieto di avvicinamento alla giovane.

Al riguardo, nell’udienza di ieri – in cui la Procura generale non si è opposta alla richiesta di estradizione – il 21enne ha detto di non aver violato volontariamente la misura, perché sarebbe stata la ragazza a mentirgli, sostenendo di aver ritirato la denuncia. Per parte sua, Teima continua a negare di essere l’assassino di Auriane Laisne. Se il ragazzo sarà estradato, come chiesto dalle autorità italiane, potrà essere interrogato dagli inquirenti e incontrare i legali che, nel nostro paese, lo assistono per l’accusa di omicidio premeditato.

Ricoverato in ospedale per un malore il sospettato del femminicidio di La Salle

18 aprile 2024

Malore oggi nelle carceri del Palazzo di Giustizia di Grenoble per Teima Sohaib, il 21enne sospettato dell’omicidio della sua compagna Auriane Laisne, avvenuto alla fine di marzo a La Salle. Il giovane, secondo quando riportano i media francesi, è stato ricoverato verso le 11:45 presso l’ospedale universitario di Grenoble.

Teima Sohaib doveva comparire in tarda mattinata davanti alla sezione istruttoria della corte d’appello di Grenoble in occasione di un’udienza sul mandato d’arresto europeo (MAE) emesso dall’Italia nell’ambito della causa penale. Ma al momento di lasciare le prigioni per salire con la sua scorta in aula, è crollato a terra.

Secondo le spiegazioni date all’udienza dal suo avvocato e dalla corte, segue un trattamento farmacologico di antidepressivi, un sovradosaggio che può essere all’origine di questo malessere. L’udienza delle 11, che doveva decidere sulla sua estradizione dopo il mandato d’arresto europeo spiccato dall’Italia, per ora non si è potuta svolgere.

Questa mattina nel frattempo le unità cinofile dei carabinieri hanno perlustrato i boschi di La Salle alla ricerca dell’arma del delitto. Le operazioni si sono concentrate tra la vegetazione e i ruderi del villaggio dell’Equilivaz.

Delitto di La Salle, la Procura concede il nulla osta al trasferimento della salma

13 aprile 2024

La Procura della Repubblica di Aosta ha dato il nulla osta al trasferimento della salma di Auriane Nathalie Laisne, la ragazza di 22 anni uccisa nella cappella diroccata di Equilivaz, nel comune di La Salle. Il corpo potrà così essere riportato in Francia, dove si terrà la cerimonia funebre. La famiglia, che era stata in Valle la scorsa settimana per il riconoscimento, vive a Saint-Priest, nell’area metropolitana di Lione.

Questo passaggio significa che gli inquirenti, dopo l’autopsia svolta dall’anatomopatologo Roberto Testi, non ritengono necessari ulteriori accertamenti medico legali sul corpo. Per l’omicidio premeditato della ragazza è gravemente indiziato il 21enne Sohaib Teima, nato in Italia e stabilitosi in Francia per gli studi universitari, arrestato mercoledì scorso, a Lione, che aveva una “assidua frequentazione” negli ultimi anni con la giovane vittima.

Posto in detenzione cautelare, dopo la notifica del mandato europeo di arresto spiccato dagli inquirenti aostani (hanno indagato i Carabinieri, coordinati dal pm Manlio D’Ambrosi e dal procuratore Luca Ceccanti), il ragazzo dovrà comparire il 18 aprile dinanzi alla “Chambre d’instruction”, che si pronuncerà sulla sua estradizione.

Per il 3 maggio, invece, è fissata, a Grenoble, l’udienza del processo per i maltrattamenti, in cui è imputato Teima. Era stata la stessa Laisne a denunciarlo. Per gli investigatori che hanno lavorato sull’omicidio, il movente dell’uccisione va ricercato nella volontà di possesso e di annullamento della volontà della vittima, ammazzata con ferite inferte con “un’arma da punta e taglio” alla gola (rivelatesi fatali) e all’addome.

Omicidio di La Salle, avviate le procedure per l’estradizione del giovane arrestato

12 aprile 2024

Luogo ritrovamento donna

Sono avviate le procedure che potrebbero portare all’estradizione di Sohaib Teima, il 21enne arrestato mercoledì sera a Lione, che la Procura di Aosta ritiene “gravemente indiziato” dell’omicidio premeditato e aggravato di Auriane Nathalie Laisne, la 22enne trovata senza vita nella cappella diroccata di Equilivaz, a La Salle. Dopo il fermo, ieri pomeriggio la Procura generale di Grenoble ha notificato al ragazzo il mandato d’arresto europeo spiccato dagli inquirenti aostani.

Secondo quanto indicato dai media francesi – che rivelano altresì che Teima è stato arrestato ad una fermata di un mezzo pubblico, dopo che gli investigatori avevano rilevato il segnale del suo telefonino – è stata fissata per il 18 aprile un’udienza alla Chambre d’instruction, chiamata a pronunciarsi sulla sua estradizione. Nel frattempo, il giovane è stato posto in detenzione cautelare da un giudice della Corte d’appello francese.

A seguire, Teima è apparso dinanzi al magistrato di sorveglianza del tribunale di Grenoble, relativamente alla violazione del controllo giudiziario, nell’ambito del procedimento per maltrattamenti, ai danni sempre di Auriane Laisne, cui è sottoposto in Francia. La prossima udienza, in questo caso, era già stata fissata per il 3 maggio.

Il difensore del ragazzo, sentito dai cronisti francesi, invita a mantenere distinti i due procedimenti, anche perché il giudizio in calendario per il ragazzo riguarda fatti correzionali (dalla pena possibile tra i 2 e i 10 anni) e l’avvocato teme che quella sede, lasciandosi influenzare dalle vicende aostane, possa trasformarsi in una Corte d’assise. Il legale ricorda altresì che il giovane è incensurato, che è venuto in Francia per studiare e che ha lavorato nella ristorazione per pagarsi gli studi. Insomma, tutto fuorché il profilo di un delinquente.

Delitto di La Salle, la Procura: “è un femminicidio”

11 aprile 2024

Gli inquirenti durante l’incontro con i media.

Nella ricostruzione di Carabinieri e Procura, è la cronologia delle date il primo fondamento dell’ipotesi di reato, l’omicidio premeditato e aggravato, formulata sul delitto di La Salle. E’ il 25 marzo quando Sohaib Teima, 21enne nato nelle Marche, e Auriane Nathalie Laisne, 22enne di Saint-Priest, entrano assieme in Italia, in Valle d’Aosta. E’ tra il 26 e il 27, cioè poco più di un giorno dopo, quando lei viene uccisa e il ragazzo inizia la fuga finita nella serata di ieri, giovedì 11 aprile, con l’arresto a Lione.

“In casi del genere – ha detto parlando ai cronisti il procuratore Luca Ceccanti – non si può parlare di raptus, di gelosia o di passione. Si tratta di un classico femminicidio che è stato determinato da un movente di possesso e di annullamento della volontà della vittima”. Il giovane fermato a Lione, per cui è stato emesso un mandato di arresto europeo, è “gravemente indiziato” del delitto.

Insomma, il viaggio nella nostra regione – stando all’inchiesta (che prosegue e che vede una “contestazione fisiologicamente provvisoria”, ha puntualizzato Ceccanti), non sarebbe stato più di una scusa, per porre fine alla vita della 22enne. Tra i due, non risulta una vera e propria convivenza, ma una “frequentazione assidua tra Italia e Francia”, da anni. Oltretutto, che Teima sia sottoposto a procedimento della Procura di Grenoble per maltrattamenti nei confronti della ragazza rende verosimile, per dirla con gli inquirenti, che “non fossero rapporti sereni”.

La tesi della premeditazione è corroborata, per gli investigatori italiani, anche da un altro fattore. La ricomposizione del cadavere, operata da chi ha posto fine alla vita di Auriane Nathalie nella cappella diroccata di Equilivaz (è stato smentito il trascinamento da altro luogo), viene letta come modo – ha detto il comandante del Gruppo Aosta Carabinieri, colonnello Giovanni Cuccurullo – “di far perdere più tempo possibile a chi avrebbe ritrovato il corpo, sia per capire chi fosse lei, sia per arrivare” al presunto responsabile.

E’ stata posta “in una posizione fetale/dormiente, – ha aggiunto il comandante del Reparto operativo, tenente colonnello Tommaso Gioffreda – ma è stata messa lì di proposito”. “Anche la pietra messa dietro la schiena, per non fare muovere il corpo”, era per i militari un altro espediente per rallentare gli inquirenti. Non emerge che, nelle ultime ore di vita di Laisne, né lei, né il giovane abbiano tentato di chiamare qualcuno con i loro telefoni (che non sono, ad oggi, però nella disponibilità degli inquirenti).

Con il Nucleo investigativo dell’Arma di Aosta hanno collaborato anche il Centro cinofili di Bologna e il Reparto Operativo Speciale. E se, al ritrovamento del cadavere, venerdì 5, il puzzle dinanzi agli investigatori non sembrava banale, attraverso l’“incrocio dei dati di chi era entrato in Italia e delle celle telefoniche – ha sottolineato il sostituto procuratore Manlio D’Ambrosi – è stato possibile dare un’identità alla” vittima e, successivamente, dare un nome al sospettato. Fondamentale, per formulare l’impianto accusatorio, l’autopsia, di cui è stato incaricato domenica l’anatomopatologo Roberto Testi.

Si è così giunti al movente e, al comando di via Clavalité, non viene celato l’orgoglio per essere riusciti “a cristallizzare gli indizi, grazie ai canali di collegamento” con oltralpe (il ragazzo è risultato essersi mosso esclusivamente tramite mezzi pubblici, in particolare low cost, come alcuni servizi bus) e per un risultato raggiunto in cinque giorni dal ritrovamento del cadavere, attraverso “un’attività iniziata come classica indagine su strada, sentendo testimoni”.

Il futuro dell’inchiesta, che deve sciogliere ancora più d’un nodo, è legato ovviamente alla possibilità, per gli inquirenti italiani, di vedere estradato Teima, ad oggi incensurato, per interrogarlo. Si tratta di procedure disciplinate dall’ordinamento dei due Paesi e che dovranno ora fare il loro corso (ma il fatto che l’arrestato sia a giudizio in Francia, dove è stato aperto anche un fascicolo per l’omicidio, potrebbe rallentarne la consegna alle autorità italiane, specie se l’apparato giudiziario di oltralpe teorizzasse che le violenze familiari siano culminate nell’uccisione, vedendo un nesso tra le due ipotesi di reato).

Nel frattempo, oltre a sottolineare il ruolo di canali di collegamento quali Eurojust, per i tempi celeri dell’indagine che hanno consentito, gli inquirenti plaudono “ai cittadini che hanno testimoniato”, perché è “uno di quegli elementi che hanno consentito di andare avanti”. Le indagini, intanto, continuano.

Una vita tra Italia e Francia: chi è Sohaib Teima, il 21enne arrestato per l’omicidio di La Salle

11 aprile 2024

E’ nato nelle Marche, in provincia di Fermo, Sohaib Teima, il 21enne arrestato ieri sera in Francia perché sospettato dell’omicidio della 22enne Auriane Nathalie Laisne, trovata venerdì scorso senza vita nella cappella diroccata di Equilivaz, a La Salle. Ed è nel nostro paese che la sua vita trascorre, fino a qualche tempo fa, quando si stabilisce da una parente, nell’area di Lione.

E’ la stessa zona, perché è originaria di Saint-Priest (nella “banlieue” lionese), in cui vive la giovane morta in Valle. Per maltrattamenti nei suoi confronti, lui era stato denunciato lo scorso 13 gennaio. Gli inquirenti d’oltralpe gli contestano anche che l’avesse minacciata, affinché ritirasse la sua querela. Il processo viene fissato per il prossimo 3 maggio, dinanzi al tribunale correzionale di Grenoble.

La Procura francese era arrivata anche a chiedere (ed ottenere) una misura cautelare nei suoi confronti: il divieto di avvicinamento alla giovane. Nonostante ciò, i due entrano assieme in Italia il 25 marzo. In paese, appurano i Carabinieri nelle indagini seguite al ritrovamento del cadavere, più di uno li nota. Si sono anche rivolti a dei passanti, chiedendo indicazioni su come raggiungere un supermercato, come arrivare al villaggio “fantasma” di La Salle (mossi forse da una passione per l’esplorazione urbana “Urbex”)  e sul luogo ove prendere dei mezzi pubblici.

A chi li incontra, come raccontato da molti media, saltano all’occhio l’aspetto stralunato di entrambi, ma anche la bellezza di lei. Una naturalezza che torna nelle parole dell’escursionista che trova il cadavere nella cappella, con attorno alcune buste della spesa e resti di cibo. “Sembrava che dormisse”, riferirà. Scattano le indagini, coordinate dal procuratore Luca Ceccanti e dal pm Manlio D’Ambrosi. E’ evidente, raccolte le prime testimonianze, che vada cercato il ragazzo che fosse con lei.

E’ altrettanto evidente che ha diversi giorni di vantaggio, rispetto al ritrovamento del cadavere. Gli inquirenti arrivano all’identità di Teima nello scorso fine settimana. Hanno anche chiaro che dispone di una rete di contatti nella zona di Grenoble, in grado di aiutarlo, ed attivano il dialogo con le autorità d’oltralpe. C’è da fare in fretta a bloccarlo, però, e in questo le pendenze del giovane in terra francese rappresentano un tema utile ad intervenire in tempi ristretti.

Anche perché, nel frattempo, i primi riscontri dell’autopsia evidenziano una morte per dissanguamento, legata alla ferita inferta sul collo della ragazza, con un’arma ritenuta compatibile con un coltello (mai ritrovata, così come documenti e telefono). Crolla qualsiasi ipotesi diversa dall’omicidio. In Valle, martedì, arrivano i genitori della vittima, che oltre al doloroso riconoscimento della salma, parlano con i Carabinieri, aiutandoli a completare il mosaico in via di ricomposizione, cui mancavano però ancora delle tessere.

Ieri, nel pomeriggio, i media francesi arrivano agli addebiti mossi dalla Procura di Grenoble nei confronti di Teima. E’ lo stesso capo degli inquirenti transalpini, Eric Vaillant, a confermarli, aggiungendo che anche il suo ufficio, essendo cittadina francese la vittima, ha aperto un’inchiesta per omicidio, con il sospettato quindi “attivamente ricercato” nei due Paesi.

La caccia all’uomo finisce attorno alle 22, con l’arresto di Teima a Lione. A quanto si apprende nell’imminenza nei fatti, il fermo scatta per contestazioni che pendono su di lui in Francia. Oggi, il perfezionamento del mandato di arresto europeo da parte della Procura della Repubblica di Aosta, nell’ambito delle indagini per l’uccisione della giovane. Mancano ancora elementi alla storia, come il motivo di quel viaggio assieme in Valle, e le circostanze chiare dell’omicidio. Gli inquirenti italiani hanno più di una domanda per il 21enne dalla vita tra Italia e Francia.

Omicidio di La Salle, arrestato a Lione il sospettato

10 aprile 2024

E’ stato arrestato nella tarda serata di oggi, a Lione (Francia), il 21enne di nazionalità italiana Sohaib Teima ricercato sia in Italia, sia in Francia, nel quadro dell’inchiesta sull’omicidio della 22enne francese, trovata senza vita venerdì scorso, nella cappella diroccata di Equilivaz, a La Salle. Il fermo è stato confermato dal procuratore di Grenoble, Eric Vaillant, su X (Twitter).

La caccia all’uomo, notato da alcuni testimoni in Valle con la giovane, proseguiva da quando l’inchiesta, attraverso l’autopsia e l’identificazione della vittima da parte dei parenti, aveva fatto cadere le tesi diverse dall’omicidio. In serata, con le autorità francesi impegnate nella ricerca, sul loro territorio, del giovane erano emersi altri dettagli. Uno di questi aveva gettato un’ombra ancora più triste sulla vicenda. Secondo la stampa transalpina, il ricercato era già a processo, in Francia, per atti di violenza sulla giovane deceduta in Valle.

Lo avevano anticipato, nelle scorse ore, i giornali francesi Le Dauphiné Libéré e Le Progrès, e la notizia era poi stata confermata dal Procuratore di Grenoble. In particolare, il giovane – nato in Italia, dai lineamenti nordafricani – è chiamato a comparire dinanzi al Tribunale correzionale di Grenoble (competente, oltralpe, per i giudizi sui reati con richiesta di pena superiore ai 2 anni, ma inferiore ai 10, ndr.) nelle prossime settimane.

Il procuratore di Grenoble, Eric Vaillant.

Le parole del procuratore francese

In un comunicato in serata, il procuratore della Repubblica a Grenoble, Eric Vaillant, aveva sottolineato che il 21enne di nazionalità italiana, incensurato, “è ricercato sin dalla fine di marzo 2024” dagli inquirenti francesi per “violazione del controllo giudiziario” ed è “sospettato di aver ucciso la sua compagna, una giovane donna di 22 anni, domiciliata nel Dipartimento del Rodano”.

Il ragazzo, ha aggiunto Vaillant, è “attivamente ricercato in Francia e in Italia”. Così come l’organismo omologo italiano, la Procura di Grenoble ha “aperto un’indagine per omicidio, essendo la vittima di nazionalità francese”, affidata dalla magistratura inquirente alla polizia della cittadina transalpina.

Il procuratore francese aveva sottolineato poi alcune circostanze sui movimenti della coppia, che era – come segnalato dalla Polizia italiana alle autorità francesi – entrata nel nostro Paese lo scorso 25 marzo. In quell’occasione, la Procura di Grenoble aveva “aperto un fascicolo per violazione del controllo giudiziario” nei confronti del ragazzo, ricercato da allora.

All’uomo era stata disposta la misura di controllo il 13 gennaio di quest’anno, dopo che era stato denunciato per violenze coniugali e minacce, affinché la vittima ritirasse la sua querela. “Conformemente alle richieste della Procura, il magistrato di sorveglianza – prosegue il capo della procura francese – gli aveva notificato un’interdizione di avvicinarsi alla vittima e l’obbligo di rispondere alle convocazioni dell’associazione incaricata della sorveglianza sul controllo giudiziario”.

Il ricercato doveva essere giudicato dal tribunale correzionale di Grenoble il prossimo venerdì 3 maggio. “Le autorità giudiziarie italiane e francesi – conclude il procuratore Vaillant – lavorano in stretta collaborazione per giungere all’arresto del sospettato”.

Le ricerche

L’indagine era stata aperta dalla Procura di Aosta per omicidio. A condurre gli accertamenti sono i Carabinieri, coordinati dal pm Manlio D’Ambrosi e dal procuratore capo Luca Ceccanti. L’esito preliminare dell’autopsia aveva individuato la causa del decesso in un’emorragia, legata alla ferita presente sul collo della giovane.

Ad identificare la ragazza, che viveva nell’area di Lione, erano stati i genitori, giunti ieri in Valle dalla Francia. Sulla sua identità, gli inquirenti si sono stretti in uno stretto riserbo, per non precludere le esigenze investigative. Il decesso, stando ai primi riscontri autoptici, risalirebbe al periodo tra la fine di marzo e i primi giorni di aprile. La persona che si è allontanata ha avuto quindi diversi giorni di vantaggio sul rinvenimento del corpo. Fino a stasera, quando le forze dell’ordine francesi lo hanno arrestato.

Omicidio di La Salle: ieri la “svolta” nelle indagini, ora si cerca l’amico

10 aprile 2024

I cronisti dinanzi alla caserma dei Carabinieri.

Hanno preso una direzione precisa le indagini sulla ragazza trovata morta, venerdì scorso, nella cappella diroccata del villaggio di Equilivaz, a La Salle. La svolta è arrivata da due elementi, entrambi nella giornata di ieri. Anzitutto, i risultati preliminari dell’autopsia, che ha evidenziato una morte per dissanguamento, legata alla ferite sul collo e ventre, inferte con un’arma compatibile con un coltello. Quindi, l’identificazione della vittima: è una 22enne francese, della zona di Lione. Adesso, proseguono le ricerche del ragazzo che era stato visto con lei in alta valle.

Ieri sera era circolata la notizia che fosse stato arrestato all’estero, ma gli inquirenti l’hanno smentita. L’autopsia, condotta dal medico legale Roberto Testi, ha restituito un emorragia, come causa del decesso. La ferita rivelatasi letale è quella sul collo, mentre quella sull’addome risulta più superficiale. Durante l’esame sono stati svolti anche accertamenti tossicologici, per stabilire se la giovane avesse assunto degli stupefacenti, ma averne l’esito chiederà più tempo. Intanto, il medico ha consegnato alla Procura una relazione parziale.

La morte è stata ricondotta al periodo tra la fine di marzo e i primi di aprile. Un arco temporale corrispondente alle testimonianze raccolte dai Carabinieri in paese, per cui la coppia era stata notata nella zona alla fine di marzo. Nel pomeriggio di ieri, sono quindi arrivati in Valle, dalla Francia, i genitori della ragazza. Hanno riconosciuto il corpo e, sprofondati nello sconforto, sono rimasti all’interno della caserma di via Clavalité, dinanzi alla quale si era assiepato un drappello di cronisti ad attenderli. Le generalità non sono state fornito, a tutela delle esigenze dell’inchiesta.

Non si può escludere che i parenti abbiano fornito ai militari elementi utili ad identificare il ragazzo che era in compagnia della figlia. Stando ad alcune testimonianze, aveva capelli scuri e lineamenti nord-africani. Nel puzzle ricostruito dall’Arma, i due avevano chiesto informazioni a gente del luogo sulle fermate dei mezzi pubblici e su luoghi dove fosse possibile accamparsi. Tutto lascia pensare che l’allontanamento del giovane sia avvenuto proprio in quel modo, vista anche la vicinanza con il traforo del Monte Bianco.

Alla ricostruzione inquirente mancano ancora alcuni pezzi. Tra questi, come i due ragazzi sono arrivati in un luogo che è relativamente noto anche a chi vive in zona e il perché dell’omicidio. L’ipotesi sul tappeto è un litigio degenerato, ma si tratta di un aspetto che gli inquirenti debbono chiarire. La giovane, trovata all’interno della cappella rannicchiata, aveva una felpa e dei leggins. Niente documenti, né telefoni. Tutte circostanze che ispirano domande che gli inquirenti sono decisi a porre al giovane, il prima possibile.

Identificata la ragazza trovata senza vita a La Salle

9 aprile 2024

Ha un nome ora la ragazza trovata senza vita, venerdì scorso, nella cappella diroccata del villaggio di Equilivaz. E’ una 22enne francese, come anticipato da Ansa, identificata da alcuni parenti che ora si trovano nella caserma dei carabinieri di Aosta.

In una relazione preliminare parziale consegnata alla Procura di Aosta, sull’esame autoptico effettuato sul cadavere, il medico legale Roberto Testi, spiega che la morte è stata causata da una grave emorragia, provocata da alcune coltellate al collo e all’addome.

Sarà necessario più tempo, invece, per l’esito degli accertamenti tossicologici, condotti durante l’autopsia. La Procura di Aosta, a seguito del rinvenimento del cadavere a La Salle ha aperto un fascicolo per omicidio. Le indagini sono condotte dai Carabinieri.

La procura indaga per omicidio per la donna trovata senza vita a La Salle

di Luca Ventrice – 8 aprile 2024

Luogo ritrovamento donna

Il fascicolo aperto dalla procura di Aosta è per omicidio. Questo il reato ipotizzato dagli inquirenti per la giovane ragazza trovata morta a La Salle, nella cappella diroccata del villaggio di Equilivaz.

A notare il corpo erano stati degli escursionisti di passaggio nella zona, abbandonata da anni. Non solo ferite all’addome, da quanto emerso la vittima presenta anche un taglio profondo al collo. Nel frattempo, in un lancio d’agenzia, l’Ansa fa sapere che la giovane donna indossava un paio di leggings e una felpa, aveva un piercing all’ombelico e che, vicino a lei, è stata trovata una confezione di marshmallow.

A terra sono state riscontrate macchie di sangue e tracce di trascinamento. I carabinieri hanno requisito i vari reperti trovate nella chiesetta diroccata. Tra questi, una grossa pietra macchiata di sangue.

La procura al momento mantiene il più assoluto riserbo. Nella mattinata di oggi – lunedì 8 aprile – gli uffici di via Ollietti sono stati interdetti alla stampa.

“Ferite gravi sull’addome” della donna trovata senza vita a La Salle

7 aprile 2024

In attesa dell’autopsia, affidata all’anatomopatologo Roberto Testi e in programma martedì, i primi riscontri medico legali sul corpo della donna trovata morta a La Salle indicano un decesso per cause violente. Sul cadavere, come riporta Ansa, sono state individuate ferite gravi sull’addome. Ferite che fanno escludere l’ipotesi di un malore e allontanare quella del suicidio.

Sul fronte delle indagini, condotte da Carabinieri del reparto operativo di Aosta e coordinate dal pm Manlio d’Ambrosi, gli inquirenti sono alla ricerca di un furgone bordeaux, che sarebbe stato visto per due giorni parcheggiato nei pressi del ponte di Equilivaz, da dove parte il sentiero che porta all’ex chiesetta diroccata al cui interno è stata trovata venerdì pomeriggio la donna senza vita. A notarla in posizione fetale degli escursionisti. Vicino al cadavere c’era del cibo ma nessuna macchia di sangue o segni di colluttazione. All’inizio gli escursionisti hanno pensato infatti che la donna stesse dormendo.

Nel seguire la pista del furgone sono state acquisite le immagini delle telecamere di sorveglianza sulla statale 26, tra Aosta e Courmayeur. 

Al momento rimane ancora senza identità la donna, molto giovane, intorno alla ventina. Non aveva con sé documenti e neppure il cellulare.

Trovato a La Salle il corpo senza vita di una donna, non si esclude l’omicidio

6 aprile 2024

Sarà l’autopsia in programma all’inizio della prossima settimana a stabilire le cause del decesso di una giovane donna, il cui corpo senza vita è stato rinvenuto nel pomeriggio di ieri, venerdì 5 aprile, a La Salle, nella cappella diroccata di Equilivaz. A notare il cadavere e a dare l’allarme sono stati dei passanti.

Sul posto sono intervenuti i Carabinieri e il 118. A coordinare le indagini, che stanno prendendo in esame diverse ipotesi, compresa quella dell’omicidio, è il pm Manlio D’Ambrosi.

Come riporta l’Ansa sul corpo della donna, che non è stata ancora identificata, sono presenti delle ferite da taglio.

Equilivaz

Il luogo del ritrovamento è in una zona impervia, poco distante dal villaggio disabitato da anni, che si può raggiungere parcheggiando l’auto nei pressi del ponte e percorrendo per dieci minuti circa a piedi un sentiero di montagna.

Boschi sopra equilivaz

Il corpo della donna si trova ora nella camera mortuaria del cimitero di Aosta.

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