Truffa ai danni di un’anziana, venute meno le misure cautelari per i due accusati

07 Luglio 2017

L’esigenza cautelare non sussiste più e il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribubale di Aosta, Davide Paladino, ha accolto, la scorsa settimana, l’istanza di revoca presentata dal difensore di Salvatore Filice, 50enne di Petilla Policastro (Reggio Calabria), e di sua moglie Adelina Nuhu, 35 anni. I due, ora liberi in attesa di processo, erano stati arrestati il 12 maggio scorso, con l’accusa di truffa aggravata in concorso ai danni di un’anziana e posti ai “domiciliari”.

Il fermo era stato eseguito dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Aosta, che avevano effettuato le indagini coordinate dal Pubblico ministero Luca Ceccanti. In sede di interrogatorio di garanzia, all’indomani dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip su richiesta della Procura, l’avvocato Mara Vittori del foro di Milano aveva ottenuto, per la Nuhu, la sostituzione dei “domiciliari” con l’obbligo di firma, ma la richiesta del difensore era stata respinta per Filice.

L’accusa mossa ai due era di aver individuato un’anziana aostana “alcolista e affetta da patologie psichiatriche”, titolare di proprietà immobiliari, e di aver ottenuto da lei – ricorrendo ad “artifizi e raggiri” (spacciandosi per geometri, in grado di procedere alla ristrutturazione delle abitazioni) – anzitutto un bonifico da 15mila euro e una procura speciale sugli appartamenti posseduti. Un secondo ordine di trasferimento fondi, da 50mila euro, aveva fatto scattare la segnalazione dell’istituto bancario, le indagini dei Carabinieri, il sequestro del conto corrente dell’anziana e gli arresti.

Sempre nella prima comparizione dinanzi al Gip, a metà maggio, l’avvocato Vittori aveva prodotto ulteriori elementi d’indagine, con un successivo interrogatorio della coppia ed ulteriori accertamenti da parte del pm Ceccanti. Esaurita quella fase, il deposito della nuova istanza di revoca della misura cautelare, poi accolta dal Giudice per le Indagini Preliminari, Paladino. “Parliamo di due persone – commenta l’avvocato Vittori – che si sono trovate dall’aver tentato un lavoro per risollevarsi da una situazione di difficoltà, ad essere dipinti come due delinquenti. Entrambi hanno già perso 2-3 lavori”. 

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