Turbativa d’asta a Challand: nel mirino 6 appalti per un totale di oltre 150 mila euro

07 Marzo 2008

A vincere tutte le gare d’appalto, da due anni a questa parte era sempre la stessa ditta. Sei gare d’appalto, per un totale di oltre 150 mila euro, truccate, allo scopo di favore un solo imprenditore. E’ questa l’accusa mossa dagli inquirenti nei confronti del segretario comunale di Challand-Saint-Anselme, Fabrizio Pilatone, 45 anni di Ivrea, agli arresti domiciliari da ieri mattina, giovedì 6 marzo. Nei guai anche il sindaco, Graziano Grosjacques, indagato anche lui a piede libero, assieme ad altre dodici persone: tre amministratori, sette imprenditori e un architetto. Le accuse sono di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d’asta aggravata e continuata.

L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Luca Ceccanti, è paritata nel settembre dello scorso anno, quando le fiamme gialle della tenenza del Gran San Bernardo, durante alcuni accertamenti, si sono insospettiti proprio per il numero degli appalti e per il fatto che erano sempre vinti dalla stessa ditta.
I finanzieri hanno scoperto così “una consolidata e diffusa prassi illecita – come si legge nell'ordinanza – volta a favorire alcune imprese a fini clientelari o elettorali”. Le sei gare finite nel mirino degli inquirenti si sono svolte tutte tra il 2005 e il 2008. Le indagini sono partite da una fornitura per i fontanili. L’appalto prevedeva un marmo speciale, il verde dorato di Cheran, che solo un ditta poteva fornire. “E’ chiaro – spiegano gli investigatori – che nessun’altra ditta avrebbe potuto vincere. Gli altri appalti riguardano gli arredi urbani e i parchi gioco. La procedura era semplice. Venivano fatte iscrivere ditte non idonee e venivano consegnati preventivi fasulli per aggiudicare poi l’apppalto sempre alla stessa ditta. I preventivi venivavano consegnati a mano, alcuni erano scritti un po’ a matita, un po’ a penna. Ovviamente una procedura decisamnete insolita”.

Gli imprenditori sentiti come peresone informate sui fatti hanno collaborato, e in molti aveveno rifiutato di partecipare alla gare fittizie. Infatti, in alcuni casi, veniva chiesto loro di partecipare, e poi promesso loro di farli vincere l’appalto successivo. Intanto, le indagini proseguono per verificare anche l’ipotesi di corruzione.

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