Una sentenza preoccupa il Savt: “siamo uno strumento per attaccare l’autonomia”
Ha pochi giorni, perché è stata depositata alla fine della scorsa settimana, ma una sentenza della Sezione lavoro della Corte d’Appello di Torino preoccupa molto il Savt. Non tanto per quanto previsto dal verdetto (il sindacato autonomo è stato condannato a versare oltre 5mila euro di spese di giudizio ad altre due sigle, la UIL FPL VdA e la Cisl FP VdA), ma per ciò che si legge nelle dodici pagine delle ragioni della decisione. Una lettura che fa dire al segretario Claudio Albertinelli, in una conferenza stampa convocata nel pomeriggio di oggi, mercoledì 27 luglio, “le istituzioni devono capire che probabilmente il Savt è uno strumento per attaccare l’autonomia valdostana”.
Il passaggio che “non condividiamo”
Un passaggio dell’estensore Federico Grillo Pasquarelli, in particolare, spinge il sindacato valdostano a lanciare tale allarme e ad affermare “non lo condividiamo”, perché “significa negare l’evidenza”. Vi si legge che “il Savt non è un’associazione sindacale costituita ‘tra lavoratori appartenenti alla minoranza linguistica’, come risulta dallo Statuto della stessa associazione, che nei suoi 16 articoli non contiene alcun riferimento alla rappresentatività della minoranza linguistica e che”, all’articolo 3, “dichiara espressamente che ‘al Savt possono iscriversi” lavoratori, disoccupati e pensionati “anche se non residenti né operanti in Valle d’Aosta”.
Argomenti che la Corte d’Appello mette in fila per motivare che il sindacato autonomo non è legittimato ad agire attraverso il procedimento, previsto dall’articolo 28 dello Statuto dei lavoratori, di repressione della condotta antisindacale, riservato dalla norma “agli ‘organismi locali delle associazioni sindacali nazionali che vi abbiano interesse’”. Per Albertinelli – che incardina la legittimazione nella legge sulle minoranze linguistiche, nello Statuto speciale e nel testo unico del pubblico impiego – dinanzi ad una pronuncia del genere “sta sfuggendo a tutti che la Valle d’Aosta sia una minoranza. Si cerca una minoranza francofona, quando in Valle il francese è parificato all’italiano”.
L’intervento dell’Union Valdôtaine
“Se si mette in discussione questo, negando 70 anni di storia in cui il Savt ha firmato accordi in tutta la Valle, – afferma categorico il segretario del Sindacato autonomo – allora si mette in discussione anche che fuori oggi c’è il sole”. Sul punto, non più tardi di ieri, era intervenuta con una nota anche l’Union Valdôtaine, sottolineando di considerare “molto gravi” statuizioni che “minimizzando l’importanza del Savt – il sindacato più rappresentativo della Valle nel comparto pubblico – in pratica costituiscono una grave minaccia per la nostra autonomia, perché negano l’esistenza stessa del nostro particolarismo linguistico e culturale”.
Modificare lo Statuto? Forse…
Richiesto di un commento sull’apparente “assist” da parte del Mouvement, Albertinelli spiega che l’“UV ha preso posizione su un tema che probabilmente la preoccupa, magari ha percepito l’attacco all’autonomia. Non lo vedo tanto come assist al Savt. E’ sicuramente una presa di posizione autonoma e ben gradita: il tema dell’autonomia va preso in considerazione”. Quanto all’ipotesi di una modifica statutaria sulla base dei rilievi della magistratura, il Segretario ricorda che “Una commissione sta già lavorando a una modifica per il sistema di selezione degli organismi e potrà considerare anche queste osservazioni, ma non è che mettiamo mano allo Statuto perché c’è una sentenza”.
Sale la tensione con Cisl e Uil
Detto del tema principale, il merito della vicenda giudiziaria presenta un risvolto di tensione crescente tra le sigle sindacali coinvolte e, nemmeno su questo fronte, Albertinelli le manda a dire: “questa sentenza non mette in discussione l’operatività del Savt, che continua a lavorare come prima”. “Il messaggio è forte e chiaro, rivolto ai nostri iscritti, a chi collabora con noi e a chi pensa di farlo”, aggiunge il Segretario. La sentenza, precisa il Sindacato autonomo, riguarda il rimborso delle spese a Cisl e Uil e “chi vuole strumentalizzarla” (e “che qualcuno la userà è già stato dichiarato”) verrà “portato fino in Cassazione”.
La vicenda giudiziaria
Qual è l’oggetto del contendere? Nel 2020, per ottenere la repressione di quelle che il Savt considerava condotte antisindacali da parte dell’Istituto musicale pareggiato della Valle d’Aosta (consistenti nella violazione di norme del Contratto Collettivo Comparto Unico con l’applicazione forzata della banca ore), il sindacato autonomo chiama in giudizio al Tribunale di Aosta il conservatorio. Nel giudizio intervengono volontariamente Uil, Cisl e Cgil della Valle d’Aosta, aderendo alle difese dell’istituto. Un passo che Albertinelli considera “cosa grave”, perché “contro un sindacato che stava facendo il suo lavoro, cioè difendere i lavoratori”.
Nel luglio 2021, il Savt e l’Istituto musicale arrivano alla conciliazione, su una proposta del giudice di convocazione separata del sindacato, da parte della scuola, al fine di discutere della banca ore. Il Tribunale dichiara cessata la materia del contendere e condanna l’istituto a rifondere le spese al Savt, compensando integralmente quelle tra il sindacato autonomo e le altre sigle intervenute. Queste ultime si oppongono al decreto, sempre al Tribunale di Aosta. Nel febbraio 2022, la loro impugnazione viene respinta, con la condanna delle opponenti a liquidare le spese al Savt.
Il rovesciamento in Appello
In Appello, a Torino, vanno Uil Fpl VdA e Cisl FP VdA, la Cgil non rilancia oltre. Dopo la discussione nell’udienza del 23 giugno scorso, per il giudice l’argomento sollevato dalle due organizzazioni confederali (la carenza di legittimazione del Savt ad agire per la repressione della condotta antisindacale attraverso l’articolo 28 dello Statuto dei lavoratori, per mancanza del requisito della rappresentatività sul piano nazionale) viene ritenuto fondato e il sindacato autonomo è condannato al rimborso spese, rovesciando quindi l’esito rispetto ai due step precedenti.
La Cassazione? “Stiamo valutando”
“Sul merito di questa sentenza, stiamo valutando l’eventuale ricorso in Cassazione. – chiude Albertinelli – Abbiamo sessanta giorni. Ci pensiamo”. A prescindere, per il pagamento di quelle spese, è il commento ironico (ma non troppo), “le possibilità le abbiamo ancora”. Nell’insieme, “siamo stati silenziosi per due passaggi. Sono due anni che ci difendiamo. Nel terzo giudizio, dove forse c’è stata minor attenzione all’autonomia, hanno avuto ragione”, ma “questa sentenza non dà spazio per escludere il Savt, come qualcuno sta cercando di fare”. Insomma, il surriscaldamento globale non pare riguardare solo l’atmosfera terrestre, ma anche il pianeta sindacale.