Va a casa di un pregiudicato, ma trova anche i Carabinieri: un anno di carcere per Giuseppe Nirta
Nuova condanna, ad un anno di reclusione, per Giuseppe Nirta, il pregiudicato 64nne nato a San Luca (Reggio Calabria) e residente in Valle. L’uomo era chiamato a comparire ieri dinanzi al giudice monocratico Marco Tornatore per rispondere della violazione degli obblighi inerenti alla sorveglianza speciale, cui era sottoposto all’epoca dei fatti, risalenti al 23 gennaio 2016.
Secondo quanto ricordato da un sottufficiale dei Carabinieri in aula, durante la perquisizione dell’abitazione di Albert Bushaj (pregiudicato di origini albanesi, già al centro di diverse operazioni antidroga dell’Arma) – intrapresa a seguito dell’arresto del nipote Xhontino Sinanaj, trovato in possesso di 55 grammi di cocaina – “dopo circa dieci minuti, il campanello suonò, quando erano circa le 18.10”.
I militari si trovarono dinanzi due persone, che non si presentarono e procedettero quindi ad identificare. Una di loro si rivelò essere Nirta, che all’epoca risultava risiedere a Quart ed essere sorvegliato speciale. Alla richiesta di documenti dei Carabinieri non fece “presente di essere sottoposto a misura”, né fornì “giustificazioni” sulla sua presenza in quel luogo. Su Bushaj, invece, pendevano gli arresti domiciliari, ma soprattutto aveva già condanne all’attivo. Da lì, la contestazione a Nirta della violazione della misura, che impedisce di accompagnarsi a pregiudicati.
Per l’accusa, rappresentata dal Pubblico ministero Sara Pezzetto, una “violazione palese” degli obblighi di legge, da sanzionare con sei mesi di reclusione. La difesa di Nirta, invece, ne ha chiesto l’assoluzione, sostenendo che non conoscesse la situazione dell’uomo dal quale si stava recando. Tesi poco convincente per il giudice Tornatore, che nel sentenziare ha raddoppiato la richiesta della Procura.