“Vocale” WhatsApp sui controlli ai supermercati: Polizia e Carabinieri smentiscono
I sistemi di messaggeria istantanea come “WhatsApp” o “Telegram” aiutano, specie in un periodo di distanziamento forzato come quello imposto dalle restrizioni per limitare la diffusione del Covid-19, a restare in contatto e a condividere informazioni di servizio utili con più persone in pochi secondi. La formula preferita da molti, per la sua immediatezza, è quella della registrazione vocale, che viene inoltrata a raffica, finendo così su centinaia di smartphone in un batter di ciglia. Spesso, però, le informazioni sono inaccurate, se non del tutto errate, sprigionando un effetto finale potenzialmente controproducente.
Non fa eccezione, purtroppo, il “vocale” circolato oggi, lunedì 16 marzo, in cui una voce femminile racconta di controlli di forze dell’ordine dinanzi ad un noto supermercato aostano, con gli operanti che avrebbero acquisito dati delle persone in coda. La registrazione prosegue con la “spiegazione” fornita da un “responsabile” dell’attività secondo cui tali verifiche verranno ripetute periodicamente e, sulla base di un presunto “contingentamento” dei supermercati, se la stessa persona verrà trovata nuovamente a fare spese nella settimana, rischia di essere denunciata.
Interpellati in merito, i vertici della Squadra Volante della Questura e del Nucleo Operativo Radiomobile dei Carabinieri hanno smentito la circostanza. Rifornirsi di cibo è consentito dal decreto che impone restrizioni agli spostamenti ed effettuare controlli basati sull’acquisizione di dati dinanzi a un supermercato rappresenterebbe, dal punto di vista di chi è chiamato ad intervenire per la repressione di un illecito, quasi un controsenso, perché nessuno dei presenti potrebbe essere in quel luogo per un’uscita non permessa.
Tale dato di fatto non esenta tuttavia dal ricorso al buon senso, perché l’obiettivo delle restrizioni resta anzitutto limitare il contagio. Se è vero che – come appare chiaramente anche nelle Faq pubblicate sul sito del Governo – “si potrà sempre uscire per acquistare generi alimentari”, tale possibilità non va interpretata come una “scappatoia” per uscire. In termini di efficacia della prevenzione la strategia migliore resta fare una provvista consistente, diradando così gli spostamenti per la spesa (magari, recandosi al supermercato non più di una persona per nucleo). L’obiettivo resta evitare di infettarsi, non fuggire da una denuncia.