A teatro per ricordare la strage del treno Rapido 904
904 è più di un numero. È il nome del treno Rapido, partito da Napoli e diretto a Milano, che il 23 dicembre del 1984 fu colpito da un attentato mafioso. È il titolo dello spettacolo portato in scena dai ragazzi del Presidio “Antonio Landieri” di Libera Valle d’Aosta. Ieri sera, il debutto alle ore 18.00 al Teatro Giacosa, con replica alle 21.00.
L’ordigno posizionato su quel treno esplose quando il mezzo fu all’interno della Galleria dell’Appennino, che con i suoi 18 chilometri si classifica come la più lunga d’Italia. “Un rumore sordo, potente, un fragoroso frastuono che travolse l’intera carrozza numero 9”. Quel disastro, conosciuto come “Strage di Natale”, causò 16 morti e 300 feriti. Donne, uomini e bambini, innocenti vittime della criminalità organizzata.
Tra i passeggeri saliti in carrozza, diretti a Nord per le festività natalizie, c’era anche Lina D’Aniello. La sopravvissuta, che all’epoca aveva 29 anni, ha scelto, scrivendo una lettera, di regalare il suo più intimo ricordo al Presidio Landieri affinché la sua memoria diventasse collettiva. Le parole contenute nella lettera sono il filo conduttore dello spettacolo curato dai 45 ragazzi, tra i sedici e i vent’anni, che compongono il Presidio e che ogni anno portano in scena una pièce in ricordo delle vittime delle mafie.
I lavori sono iniziati a settembre, dopo la visita a Napoli di Donatella Corti, referente regionale di Libera Valle d’Aosta, e Fabrizio Bal, referente del Presidio Antonio Landieri, alla Presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage del treno Rapido 904 Rosaria Manzo.
Oltre all’opera teatrale, il Presidio ha prodotto il libro “Mi ricordo. Rapido 904. Frammenti di vita”. Oggi, alle ore 12.00, verrà presentato al Festival Les Mots e il 9 maggio, giorno di memoria dedicato alle vittime del terrorismo interno e internazionale, sarà consegnato da un gruppo di ragazzi del Presidio aostano al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Il progetto ha visto l’impegno dei giovani attori e musicisti del Liceo Bérard, che compongono il Presidio scolastico fondato nel 2015, e il coinvolgimento degli alunni della quarta C del Liceo Artistico che hanno disegnato le illustrazioni presenti nel libro.
“Era tutto buio, un freddo insopportabile, il tettuccio della carrozza era saltato, solo macerie, ricordo che per rischiarare il buio c’erano tante fiammelle di accendini: tante persone scappavano e il loro viso era segnato da ferite grondanti di sangue”. Nel corso dello spettacolo, la riflessione è stata accompagnata dalle musiche composte e suonate dal vivo dai ragazzi: due tastiere, una chitarra classica, un basso, due clarinetti e due voci, diretti da Luca Dodaro.
Non manca il riferimento ai grandi classici. Alcune scene raccontano “I Giusti” di Albert Camus. L’opera insegna che indipendentemente dall’ideale per il quale si combatte, la violenza non è mai una risposta. In particolare, nel personaggio Kaliayev si ritrova Gaspare Spatuzza, terrorista coinvolto nella strage pentitosi in seguito all’incontro con i familiari delle vittime. Oggi collaboratore di giustizia.
In sala era presente anche Maria Leone, figlia di Lina D’Aniello che nella lettera dedica ai ragazzi queste parole: “il pensiero che al mondo ci siano queste giovani sentinelle della libertà e della sensibilità mi restituisce il sorriso e la speranza”.