“An Accidental Life” vince l’Oscar del cinema di montagna al Cervino CineMountain

07 Agosto 2023

Scalata, sfidata, sconfitta e vincente, malata e tutelata, suonata e degustata. La montagna è stata l’assoluta protagonista del XXVI Cervino CineMountain, il festival internazionale del cinema di montagna che si è chiuso sabato sera – 5 agosto – con la cerimonia di premiazione nella piazzetta delle Guide di Valtournenche.

L’Oscar del cinema di montagna, il Grand Prix des Festivals Conseil de La Vallé, assegnato alla migliore tra le opere vincitrici dei principali Festival di settore è andato a “An Accidental Life”, il documentario della regista Henna Taylor, ritratto profondamente personale e vulnerabile di Quinn Brett, un’ambiziosa arrampicatrice da record, alpinista e velocista, rimasta vittima di uno degli incidenti più traumatici nella storia dell’arrampicata su roccia, che l’ha lasciata paralizzata dalla vita in giù.

Tutti i vincitori della XXVI edizione del Cervino CineMountain

Come detto, a vincere l’Oscar del cinema di montagna è stato il film americano “An Accidental Lfe”. Nelle motivazioni della giuria si legge: “Una storia di determinazione e coraggio. Una tragedia che potrebbe fermare la scalata verso il successo della protagonista. Ma che offre anche una nuova visione del suo futuro e della sua nuova identità. Per la delicatezza e l’attenzione con la quale il regista affronta questa storia di fragilità, il premio va a An Accidental Life”.

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La Menzione speciale è andata invece a “The Last Mountain”, film dell’inglese Chris Terrel, drammatico racconto della storia dell’alpinista britannico Tom Ballard, scomparso insieme a Daniele Nardi mentre tentavano di salire il Nanga Parbat, in Pakistan, nel febbraio 2019. Tom era figlio dell’alpinista Alison Hargreaves, anche lei tragicamente deceduta durante una spedizione sul K2 nel 1995.

Motivazioni: Con immagini attuali e un vasto archivio, il regista introduce lo spettatore nell’intimità della famiglia Ballard-Hargreaves. Riflessivo e crudo, esplora, senza concessioni, la natura stessa del lutto.

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Al suo primo lungometraggio, il danese Christian Einshøj si aggiudica il Premio Montagne del Mondo con “The Mountains”, emozionante spaccato della sua famiglia distrutta da una tragedia e ricostruita in 30 anni di home-video, 75.000 foto di famiglia e tre costumi da supereroe attillati, tra le ferite nascoste lasciate sulla sua scia.

Motivazioni: “Una storia di padri e figli. Di una famiglia distrutta che riscopre i suoi legami attraverso video amatoriali e vecchie foto dimenticate. Una tragedia che sembrava aver rotto per sempre le relazioni tra i protagonisti, che la videocamera segue con delicatezza e maestria. Per la capacità del regista di tessere una trama narrativa capace di riunificare una famiglia, il premio va a The mountains”.

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Menzione speciale a “Mountain Man” di Arun Bhattarai. La pellicola segue i numerosi viaggi dell’unico glaciologo bhutanese, Phuntsho Tshering, che ogni anno raggiunge gli angoli più remoti dell’Himalaya, per raccogliere dati sul rapido scioglimento dei ghiacciai, dovuto al cambiamento climatico. Yangchen, sua figlia di 11 anni, lo vede scomparire per mesi ogni anno, da quando riesce a ricordare.

Motivazioni: Per la semplicità e la purezza stilistica con cui il regista, nel suo primo lungometraggio, riesce a raccontare la storia di un uomo disposto a rinunciare a tutto pur di proteggere e difendere la sua montagna”.

Tradizione, storia e riti sono al centro di “Carne et Ossa” di Roberto Zazzara, Premio Montagne d’Italia, documentario ambientato a Pacentro, un paesino arroccato tra i monti abruzzesi, dove da secoli si tiene una corsa unica in cui gli uomini del paese si lanciano da un dirupo fatto di roccia viva, e corrono giù fino al torrente, per poi risalire. Una corsa crudele che si corre scalzi. Il primo che entra in Chiesa vince la cosiddetta Corsa degli Zingari. Un rito ancestrale le cui origini si ignorano, al quale si partecipa per motivi spirituali o materiali, legati all’indissolubile rapporto tra natura e uomo.

Motivazioni: “Straordinario come un documento antropologico e avvincente come un film d’avventura. Le mille voci di una chiamata, tra arcaica sacralità, coraggio e resistenza al dolore, che mette alla prova i piedi e l’appartenenza di un’intera comunità. Un piccolo villaggio d’Abruzzo di cui, grazie a questo film, non dimenticherai più il nome”.

Trailer: https://www.movietele.it/video/carne-et-ossa-trailer-film-roberto-zazzara

Carne et Ossa

 

Vince il Premio Montagne tout-court, per il miglior cortometraggio, il film di animazione spagnolo “Egoland”, di Ignasi López Fàbregas, che con un tocco di umorismo nero toglie il velo su uno dei temi più delicati nel mondo dell’alpinismo, il ruolo della comunicazione. Marek Molek e Bruno Grassi stanno per raggiungere la vetta del Grande Troll, l’ultima e più difficile montagna vergine. Un forte temporale, la stanchezza e le cattive condizioni della neve impediscono loro di raggiungere la vetta per pochissimo. Bruno e Marek discutono sull’opportunità o meno di dire la verità. Durante la pericolosa discesa, uno dei due cerca di convincere l’altro con tutti i mezzi. Nel frattempo, Scott Bacon, l’inviato speciale che copre la notizia, non riesce a contattarli e li aspetta con ansia al campo base.

Motivazioni: “Un meticoloso lavoro di animazione stop-motion che, con acuta ironia e una scelta musicale appropriata, mostra l’ego nel mondo dell’alpinismo”.

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Menzione speciale a “Footsteps”, il nuovo film con Manu Delago, protagonista di “Parasol Peak”, trionfatore del Cervino CineMountain 2018. Il musicista e compositore, candidato ai Grammy Awards, ripercorre le sue origini tirolesi, la sua carriera internazionale e il suo amore per la montagna. Nel film, accompagnato della cantante britannica Isobel Cope, Manu insegue un nuovo sogno per unire in un’unica performance le sue passioni.

Motivazioni: “Pur nel breve tempo di un cortometraggio, il film riesce a dare un perfetto equilibrio narrativo potenza, nitidezza dell’immagine che ci riporta alla purezza della montagna e suoni musicali perfetti. Per questo la menzione speciale va a Footsteps”.

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Il rapporto mutevole con la natura è al centro di “Náttúrubönd”, dei registi Sven Peetoom, Gríma Irmudóttir, Jonathan Damborg, vincitore del Premio Sony per la miglior fotografia. Gli scenari straordinari dell’Islanda fanno da cornice ai quattro protagonisti – un attivista, un ballerino, uno scienziato e un biologo – che si lamentano per la perdita della bellezza e indagano il loro legame con il paesaggio.

Motivazioni: “Un invito alla meditazione e all’ascolto. Al ritorno nei luoghi della durata. Essenziale, cristallina sintesi di pensiero e bellezza naturale. Meraviglia e fragilità. Il corpo della terra è il nostro corpo. Anche la cinepresa ha pelle e cuore. E che occhio!”.

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Nella nuova sezione versante sport, successo per “Peaks Of Energy”, l’avvincente racconto della spedizione valdostana in Pakistan nell’estate 2022 che si aggiudica il Premio Cai ma anche il Premio del Pubblico. Sei Guide alpine locali tentano la scalata, senza ossigeno, di tre montagne del Karakorum (K2, Nanga Parbat e Broad Peak). Nella pellicola di Matteo Forzano, Damiano Levati e Matteo Vettorel le ambizioni personali si intrecciano con legami di amicizia, lavoro di squadra e comunità, sfidando la natura individuale dell’alpinismo himalayano.

Motivazioni giuria Cai: Il documentario si apre al concetto di bellezza, intesa come piacere nel vedere la gioventù al meglio delle virtù dell’uomo: determinazione, etica, supporto, responsabilità, condivisione e resilienza come dice lo stesso filmato. E noi condividiamo con piacere ciò che ci appare buono ed inevitabilmente bello. Perché ne abbiamo un assoluto bisogno.

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Il Premio del Pubblico Grand Prix Circuit, il più votato tra i Grand Prix proiettati nel circuito itinerante del Festival a Chamois e La Magdaleine, va al film russo “Life Of Ivanna”, di Renato Borrayo Serrano, l’intimo racconto di emancipazione di una giovane donna. Ivanna, madre di cinque figli, vive e lavora nella tundra artica insieme alla popolazione dei Nenets. La convivenza con un marito alcolista e le estreme condizioni di vita legate al territorio la spingono a trasferirsi in città per ritrovare un nuovo equilibrio interiore.

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Il giovanissimo pubblico del Cervino CineMountain assegna il Premio CineMountain Kids, film di animazione più votati dai più piccoli, a “Boom”, di Gabriel Augerai, Romain Augier, Laurie Pereira De Figueiredo, Charles Di Cicco, Yannick Jacquin (Francia, 2022, 6’), in cui una coppia di ingenui uccelli fa del suo meglio per proteggere le proprie uova dall’eruzione di un vulcano.

Le matinées

A chiudere gli appuntamenti con le matinées, in collaborazione con La Vagues, è stato il vino, quello eroico, prodotto oltre i 1000 metri da vignaioli animati dalla passione, che con impegno sfidano le difficoltà di produrre in condizioni a volte estreme. Protagonista d’eccezione, davanti ad un pubblico numerosissimo, Edoardo Raspelli, volto storico del giornalismo enogastronomico, conduttore per ventuno anni del programma tv di successo Mela Verde su Canale 5, che ha raccontato le eccellenze del territorio valdostano, in una “chiacchierata” con Giulio Moriondo, studioso e vignaiolo valdostano, creatore dell’azienda ViniRari, lo scrittore e attore di cinema e teatro Giuseppe Cederna, e Ilaria Bavastro, vignaiola e fondatrice di Le Vieux Joseph.

La XXVI edizione

Il primo giorno del Cervino CineMoutain 2023 con Alessandro Borghi -Foto Giuseppe Geppo Di Mauro

La nuova edizione era iniziata con “Le otto montagne” raccontato da Alessandro Borghi, protagonista del film insieme a Luca Marinelli. Negli otto giorni di festival sul palco si sono alternati alcuni tra i maggiori conoscitori del mondo delle Terre Alte, da Marino Giacometti a Bruno Brunod, gli alpinisti Hervé Barmasse, Anna Torretta, Edu Marin, François Cazzanelli, Yannik Graziani, Emrik Favre, Stefano Stradelli e Rinaldo Carrel, l’attore Giuseppe Cederna, protagonista di “Mediterraneo”, i giornalisti Linda Cottino e Marco Albino Ferrari, conduttore storico di Melaverde, il funambolo Nathan Paulin e tanti altri.

Insieme a loro anche registi, sceneggiatori, attori e produttori che hanno scelto il festival ai piedi del Cervino per incontrarsi e presentare le loro opere cinematografiche. Al centro, le proiezioni delle 53 pellicole – 50 in concorso e 3 fuori in concorso – selezionate tra le oltre 350 arrivate da 90 Paesi diversi, di cui 23 anteprime – tra italiane, mondiali e internazionali.

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