Con “La canzone del tampone” Pol en Tino esorcizzano la pandemia
Dopo il concept album dello scorso anno dedicato al Greundzo, il duo valdostano Pol en Tino, composto da Paolo Broglio e Gabriele Martinet, torna con un nuovo singolo – e una formazione “allargata” – per affrontare con il sorriso sulla labbra uno dei temi più caldi e spinosi della pandemia. Con “La canzone del tampone”, infatti, viene in qualche modo esorcizzato, in maniera scherzosa, il temutissimo test con il quale viene diagnostica la positività al Covid-19.
“Il punto di partenza, quando scriviamo una canzone, è sempre una situazione di realtà”, spiega Gabriele “Tino” Martinet. “In qualche che modo è come se sentissimo un’urgenza, un bisogno di parlarne per dargli il giusto peso e allo stesso prenderne le distanze”. Anche in questo caso, il brano è stato costruito partendo da una esperienza reale, nello specifico quella vissuta da Paolo “Pol” Broglio, costretto ad effettuare il tampone per lavoro, a inizio ottobre. “Sono andato giù al centro allestito in zona aeroporto e c’era una bella coda: dai locali in cui veniva effettuato il test vedevo uscire gente che si teneva il naso, con smorfie varie di fastidio, e anche qualche lacrimuccia, così mi è salita una certa ansia, diciamo. Appena dopo essere uscito – a dire la verità un pochino di dolore l’ho provato – alle colleghe molto più coraggiose di me ho subito detto che avrei voluto scriverci una canzone. E così è stato”.
Ad accompagnare Pol en Tino ci sono per l’occasione Simone Pellicanò alla batteria e Giorgio Broglio (fratello di Paolo, ndr) alla chitarra. “Una formazione elettrica – ci tengono a precisare – che sarà proposta anche live, se e quando si potrà tornare a suonare dal vivo, perché è una cosa che manca tanto anche a noi”.
Il periodo della pandemia è stato ed è molto produttivo per loro. “Dopo uno smarrimento iniziale – spiegano – abbiamo iniziato a scrivere alcune canzoni, tutte su temi legati alla situazione particolare che stavamo vivendo, come ad esempio un periodo di quarantena, o meglio di isolamento fiduciario, al quale siamo stati entrambi costretti”.
Con la solita vena ironica che li contraddistingue, i due artisti che amano scherzosamente definirsi “qualcosaedrici” hanno tirato fuori un bel tormentone in costante bilico tra il serio e il faceto, sia per il testo leggero e immediato che per il video, firmato dal videomaker Fabio Réan. Divertente e surreale, la clip è stata registrata nello studio (vero) del dott. Gallo a Saint-Marcel, ora in pensione, vede la presenza del suo sostituito, un certo Dott. Lamucchina (Tino), alle prese con un paziente alquanto timoroso (Pol).
Chi sono Pol en Tino
Attivi dal 2004, propongono un folk-pop con tinte cantautorali e a tratti ironiche. Nel 2006 pubblicano il primo album “Prima che sia notte”. Nel 2008 frequentano il corso di autori di testo al CET, la prestigiosa scuola di Mogol. Nel 2013 esce “Da grandi” che contiene 16 brani in italiano e francese. Nel 2019 prende il via il progetto “Greundzo”: si tratta di canzoni, filastrocche e poesie dedicate al famoso essere mitologico. Con l’aiuto dell’attore Maurice Mondello preparano e inscenano lo spettacolo teatrale “Alla ricerca del Greundzo”. Attualmente stanno registrando alcuni brani che raccolgono storie e pensieri sul Covid.