Concours Cerlogne, a Challand-Saint-Victor la “due giorni” di Festa di chiusura

07 Maggio 2018

56 anni e non sentirli. Questo potrebbe essere lo slogan del Concours scolaire de patois “Abbé Jean-Baptiste Cerlogne”, la cui festa di chiusura sarà celebrata i prossimi 17 e 18 maggio a Challand-Saint-Victor

Nato nel 1963 per iniziativa di René Willien, il Concours è organizzato dal Brel – Bureau régional Ethnologie et Linguistique dell’Assessorato all’Istruzione e cultura, e ha come obiettivo la salvaguardia del francoprovenzale: “La Festa di chiusura – ha spiegato l’assessora Emily Rini – è il momento che chiude un anno scolastico intero di lavoro per le classi ma che rappresenta anche una possibilità di incontro. Per prima volta, in maniera sperimentale, abbiamo deciso un programma diverso per le scuole medie, con attività più adatte alla loro età come il progetto sviluppato nella riserva naturale di Lac de Villa dove, con i forestali, i ragazzi parteciperanno alla creazione di un’opera di ‘Land Art’”.

Obiettivo del “Concours”, secondo Rini, rispettato: “È necessario – ha spiegato ancora – che le azioni di salvaguardia del patois non arrivino solo dalle Istituzioni, ma che chiunque lo faccia nella vita quotidiana, e fare investimenti per non dimenticare da dove arrivano la nostre radici e la nostra identità che passa dalla nostra lingua ‘del cuore’, ed il luogo migliore per farlo è la scuola”.

“È importante valorizzare questi momenti – commenta invece il Sindaco di Challand-Saint-Victor Michel Savin – e siamo felici di accogliere per la prima volta nella nostra comunità questa Festa di chiusura, occasione importante di promozione del nostro territorio, ma anche per gli aspetti storici e linguistici. Abbiamo organizzato anche due iniziative collaterali alla festa: mercoledì sera si terrà lo spettacolo teatrale in paotis, una pièce della Fédérachon Valdoténa di Téatro Populéro; mentre venerdì riproporremo lo spettacolo dei organizzato dalla nostra scuola alla popolazione di Challand”.

“Il tema proposto ai ragazzi – spiega invece Christiane Dunoyer, direttrice del Centre d’études francoprovençales di Saint-Nicolas – ‘Attraper et transmettre’ era delicato e dagli viluppi che ha avuto dimostra di aver dato loro l’occasione di guardarsi attorno e lavorare sia sul mondo contemporaneo, sia sul passato. Dalle circa 50 classi sono arrivati lavori di grande qualità che stiamo valutando, con i ragazzi al lavoro su un tema che ha permesso loro di affrontare, con un’inchiesta e una ricerca, un’esperienza nuova”.

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