Da ‘Lo Petzou Prince’ a ‘Tzan lo valdoten’, il patois per i bambini
Saverio Favre, Capo Servizio del BREL, ha illustrato una serie di pubblicazioni, dedicate al giovane pubblico, realizzate o tradotte in patois dagli anni Settanta ad oggi; dai fumetti ai racconti più conosciuti, alle leggende proprie della tradizione orale e trascritte nel dialetto di origine. Si passano in rassegna personaggi creati ad immagine della cultura valdostana come “Tzan lo Valdoten” e altri provenienti da pubblicazioni estere e riportati in patois come il tedesco “Morice et Djan” o lo sloveno “Marteun Krpan”. Tra questi non poteva mancare un protagonista della letteratura per i piccoli (e per adulti!) un’opera già tradotta in più di 180 lingue, “Lo Petsou Prince”, la risposta valdostana al celebre “Le Petit Prince”. Tradotto in patois da Raymond Vautherin per l’editore Latella che vuole ricordare come" …Les grandes personnes ne comprennent jamais rien toutes seules, et c’est fatigant, pour les enfants, de toujours et toujours leur donner des explications… ". E' stata poi presentata, nel corso della serata, la collana di volumi «Collection Concours Cerlogne», la raccolta delle produzioni scolastiche realizzate in occasione della manifestazione sul patois dedicata ai bambini e che tra i vari argomenti tocca la medicina popolare.
Nel dedicare uno spazio alla cultura Walser con il tistch per Gressoney e il töitschu per Issime, Vittorio De La Pierre, Presidente del Walser Kulturzentrum, ha illustrato come non siano mancati nel corso della storia libri di testo, abbecedari, dizionari e addirittura un “gioco dell’oca”, a supporto dell’apprendimento di un dialetto che ha superato in molte occasioni le difficoltà imposte dalle vicissitudini storiche italiane.
"La recente realizzazione di un dizionario in patois “Lo Dichonnéro di petsou patoésan” è solo uno degli strumenti messi a disposizione degli insegnanti dall’Assessorato Istruzione e Cultura" ha spiegato la Sovrintendente agli Studi, Patrizia Bongiovanni, illustrando le recenti iniziative a supporto dell’apprendimento del patois già dalle scuole materne, e dirette in generale all’approfondimento della “Civilisation Valdotaine” . Da qui l’istituzione delle “Journées de la Civilisation Valdôtaine” e altre pubblicazioni che, attraverso le parole, la musica e i disegni, conducono i ragazzi valdostani nella conoscenza del proprio dialetto.
L’assessore regionale all’Istruzione e Cultura, Laurent Viérin, in conclusione, ha posto l'attenzione all'attuale quadro del patois, con ottimismo, sottolineando "l’orgoglio di una peculiarità linguistica e culturale, ritrovato soprattutto dalle giovani generazioni". Su questa onda e con l’obiettivo di fornire al mondo scolastico ancora nuovi e ulteriori stimoli, "l’Assessorato sostiene gli autori in patois, mira a realizzare strumenti diversificati ad uso degli insegnanti e nuove iniziative culturali ed educative".
L’impegno per il “rilancio della nostra identità anche attraverso la scuola” trova concretizzazione anche nelle norme di attuazione (in fase di approvazione in Commissione paritetica) che prevedono l’insegnamento facoltativo del patois in tutte le scuole valdostane di ogni ordine e grado.