Da villaggio di minatori a centro espositivo: gli abiti della tradizione valdostana aprono Alpinart
Per il Presidente della Regione Augusto Rollandin : “L’apertura di Alpinart testimonia l’impegno dell’Amministrazione Regionale che ha consentito, dalla chiusura delle miniere ad oggi, attraverso un percorso di studio non facile, di trasformare gli spazi un tempo interessati dall’attività mineraria in un polo di sviluppo turistico e culturale a supporto dell’intero territorio valdostano“.
Alpinart ospita così l’esposizione “ABITI racconti di abiti vissuti della tradizione valdostana”, curata dall’Assessorato regionale dell’Istruzione e Cultura della Valle d’Aosta tramite il BREL che da oggi, 19 luglio fino al 31 dicembre, sarà visitabile dal pubblico tutti i giorni, escluso il mercoledì, dalle 11.00 alle 19.00.
La mostra è arricchita, inoltre, dalla pubblicazione omonima “ABITI racconti di abiti vissuti della tradizione valdostana”, edita da Priuli & Verlucca, che in quasi 400 pagine, approfondisce e presenta la storia dell’abito valdostano, la moda, i gioielli, pagine etnografiche e della civiltà valdostana, attraverso l’abbigliamento, storie di oggetti, uomini e musei. L’esposizione presenta, inoltre, una galleria fotografica d’antan che ci riporta a riscoprire modi di vita e squarci di un tempo ormai lontano i cui testimoni rimangono veramente pochi.
Il recupero degli abiti non è stato cosa semplice. I materiali etnografici valdostani raccolti tra il 1895 e il 1910, principalmente ad opera di Alessandro Roccavilla, non coprono, infatti, l’intero territorio regionale per le difficoltà oggettive riscontrate presso chi non voleva separarsi dai propri indumenti per ragioni affettive o desiderava, secondo un’usanza diffusa, conservare l’abito “bello” per poterlo indossare nell’ultimo viaggio. La qualità però degli abiti raccolti, esposti nella suggestiva sala di Alpinart, e l’allestimento operato, compensa questo limite. “L’analisi dei materiali, condotta da esperti, ha permesso di scoprire una collezione ricca e e varia, offrendo al contempo l’occasione di far conoscere il vivace e multiforme fermento della demoetnoantropologia di fine Ottocento e inizio Novecento. Possiamo afferma re di aver posato una pietra miliare nel panorama degli studi sull’abbigliamento tradizionale valdostano che aprirà porte ad approfondimenti successivi che si preannunciano promettenti”. Così l’assessore regionale alla Cultura Laurent Viérin nella premessa del catalogo che accompagna l’esposizione.
L’importante investimento dell’Amministrazione regionale nel completamento del Villaggio Minatori raggiunge così un importante obiettivo ed è in continua evoluzione con i lavori di recupero concernenti gli edifici che verranno destinati a Museo Minerario Regionale, caffetteria, centro di educazione ambientale e ostello. IN occasione dell’inaugurazione è stata evidenziata la stretta sinergia tra Assessorato Regionale ai Lavori Pubblici, che ha compiuto gli interventi di recupero dei fabbricati, Assessorato Regionale alla Cultura e Pubblica Istruzione che ha ideato e realizzato la mostra etnografica e Fondation Grand Paradis che ha coordinato e promosso l’evento e gli appuntamenti collaterali.