Edoardo Bennato infiamma Bard (anche se pensa che sia in Piemonte)
È l’eterno Peter Pan della canzone italiana: una presenza discreta nei media, ma travolgente sul palco. Edoardo Bennato, a 78 anni, non si risparmia in nessuna occasione e riesce a parlare a un pubblico vasto e anagraficamente eterogeneo.
A Bard, per la rassegna Aosta Classica, il cantautore napoletano non si smentisce, inanellando i suoi più grandi successi in un racconto che dura 2 ore e 30 minuti e che si snoda tra il capolavoro di Carlo Collodi, quel Pinocchio che tanto ha ispirato Bennato nella sua lunga carriera, e l’Italia del 2020, dove Lucignolo è un PR di rave party e la politica è invasa da gatti e volpi. Non manca uno sguardo sul mondo, su quegli Stati Uniti che “ci hanno affascinato durante la nostra gioventù e che forse ora, beh…non se la passano così bene”, ma anche una parentesi sul 55 di via dei Campi Flegrei, a Bagnoli, casa del cantautore che su quel numero civico ci ha fatto una canzone diventata cult e che si intreccia con la cabala napoletana e la smorfia della città ai piedi del Vesuvio.
Non sono mancati passaggi e riferimenti all’attualità, alla guerra, tema caro a Edoardo Bennato che affronta tra le altre canzoni con la famosa “A cosa serve la guerra”, alla schizofrenia dei singoli individui in una civiltà già molto provata. In un mondo dove tutto si polarizza, dalla politica allo sport, il cantautore si sente di lanciare una frecciatina: “Quando sono sul palco con la coda dell’occhio guardo sia i professoroni che si chiedono da che parte sto, sia i ragazzi, giovani, quelli che ancora non sono stati sporcati da questa società e che, semplicemente, si divertono, senza malizia, in maniera spensierata”. Uno dei re del rock ‘n’ roll italiano, da anni sulle scene più importanti del panorama dello Stivale, non ha voglia o tempo di farsi imbrigliare dagli schieramenti e porta a Bard, come su tutti i suoi palchi, la libertà e il rispetto, oltre che i testi che hanno fatto la storia della musica italiana (non leggera, come ci tiene a specificare, ma rock).
Una serata magica per il pubblico entusiasta ritrovatosi nella Piazza d’Armi del Forte di Bard, che si smorza 10 minuti appena, quando il cantante afferma che “voi qui mi direte, ma che ci interessa dei problemi di Bagnoli, noi stiamo qui in Piemonte”. Forse la prossimità davvero importante della fortezza con il canavese ha confuso Edoardo Bennato che non ha poi corretto il tiro, ma ha proseguito con la scaletta che è sfociata in una standing ovation del pubblico, anche per la bravura dei musicisti che hanno accompagnato Bennato nella lunga notte di Bard. In Valle d’Aosta.