Festa di San Giorgio e Giacomo, la processione a Saint-Martin prima della grande chiusura
Una processione che ricalca quella di San Giorgio Morgeto, con le pesanti statue, copie delle originali calabresi, di San Giorgio e Giacomo, trasportate intorno all'isolato della chiesa di Saint-Martin ad Aosta. A mezzogiorno di oggi, la banda municipale, gli organizzatori della festa dei calabresi e circa 150 persone hanno accompagnato la processione dei due santi, guidata dal parroco della chiesa don Albino Linty-Blanchet, tra corso Saint-Martin-de-Corléans, via Furggen e viale Europa.
Il corteo si è sciolto dove era partito dopo una quarantina di minuti, sul sagrato della chiesa, tra gli applausi alle statue, alcuni colpi di fuochi d'artificio e la tradizionale distribuzione finale di pane e uova sode ai presenti.
“In Valle d'Aosta 5 mila dei tanti calabresi presenti sono di San Giorgio – racconta il presidente del comitato della festa, l'imprenditore edile Giuseppe Tropiano – oramai siamo alla terza generazione, visto che i primi sangiorgesi sono arrivati nel 1918-19, soprattuto per lavorare nelle miniere o nell'acciaieria”.
Tropiano ha poi fatto un bilancio di questa 26ª edizione della festa: “Come presenze siamo ai livelli dell'anno scorso, nonostante siamo stati disturbati dal maltempo – racconta – quest'anno come novità abbiamo inserito la gara di terantella dei più giovani, con ragazzini fino ai 14 anni”.
Ha suscitato molti interesse, secondo Tropiano, uno stand culturale dedicato a San Giorgio Morgeto, “dove sono esposte foto risalenti dalla fine dell'800 fino agli anni '60 del '900 delle attività della vita di tutti i giorni degli abitanti del paese, raccolte dal fotografo e pittore sangiorgese Rinaldo De Maria”.
Interrogato per un commento sull'iniziativa in Consiglio comunale contro i fuochi d'artificio della festa dei calabresi, portata qualche settimana dal gruppo della Lega Nord e dal consigliere Etienne Andrione, Tropiano sostiene che “se si parla di inquinamento allora la questione riguarda tutte le sagre, ma è stata scelta la nostra festa solo per ragioni politiche di chi ha fatto quest'iniziativa”.
“La festa di San Giorgio e Giacomo è una festa della Valle d'Aosta a tutti gli effetti – continua Tropiano – è un omaggio alla terra che ci ha accolti e ci ha dato la possibilità di realizzarci, ma alla cui crescita abbiamo anche contribuito, con il nostro lavoro”.